Nell’uovo di Pasqua una mediazione di Berlusconi fra Salvini e Di Maio

            Se fosse vero, sarebbe uno scoop clamoroso, la sorpresa dell’uovo di Pasqua. E’ l’annuncio di un Silvio Berlusconi ancora più sorprendente del solito, disposto o addirittura già impegnato in una “mediazione” fra il suo alleato Matteo Salvini e Luigi Di Maio per la formazione di un governo e/o di una maggioranza composta dal centrodestra e dai grillini. Che pure solo a sentire pronunciare il nome dell’ex presidente del Consiglio inorridiscono, o fingono di inorridire, pur avendo contribuito in modo decisivo all’elezione della berlusconiana Maria Elisabetta Alberti Casellati alla presidenza del Senato.

         La Casellati, si sa, è subentrata all’ultimo momento alla candidatura, troppo indigesta ai grillini, del capogruppo uscente di Forza Italia Paolo Romani, macchiato in modo politicamente indelebile da una condanna ancora indefinita per peculato di modesta entità, ma pur sempre peculato. Mai un telefonino a carico di una pubblica amministrazione è costato tanto a chi lo ha lasciato indebitamente usare da una figliola minorenne.

            L’annuncio della mediazione di Berlusconi, tempestivo anche rispetto alle consultazioni che si apriranno il 4 aprile al Quirinale, dove forse il presidente forzista potrà riferirne al capo dello Stato sollevandolo dalle inquietudini di una crisi di governo formalmente apertasi nel buio più completo con le dimissioni di Paolo Gentiloni, è stato dato dal Quotidiano Nazionale del gruppo Monti Riffeser. Che racchiude tre testate storiche come Il Giorno, il Resto del Carlino e La Nazione, nel loro ordine geografico, dal Nord in giù.

            Complementare all’annuncio di questa notizia può essere considerato un editoriale di Bruno Vespa, sugli stessi giornali, in cui Berlusconi è iscritto d’ufficio alla categoria degli “imbucati alla festa”. Ai quali può capitare, quando sono bravi davvero, di essere tanto disinvolti da essere scambiati anche dal padrone di casa per invitati davvero, se non addirittura -come nel caso di Berlusconi- per l’invitato più importante, o più utile agli affari di famiglia.

L'imbucato.jpg          Vespa peraltro conosce e frequenta come pochi l’ex presidente del Consiglio, al quale si è prestato due volte come notaio dei suoi contratti con gli elettori conducendo Porta a Porta, la famosa trasmissione televisiva di Rai 1 promossa dal compianto Giulio Andreotti a “terza Camera”, preferita spesso dai politici alle due contemplate dalla Costituzione per anticipare umori, opinioni, svolte e quant’altro.

            In contemporanea con l’annuncio della mediazione di Berlusconi fra leghisti e grillini è arrivata una previsione dell’ex vice presidente della Camera Roberto Giachetti, renziano, anzi renzianissimo. Il quale in una intervista ha invitato quei colleghi di partito, il Pd, smaniosi di uscire dal ghetto dell’opposizione, o addirittura dall’Aventino dove li avrebbe relegati Matteo Renzi prima di dimettersi da segretario e di buttare la chiave, a non farsi illusioni sulla inevitabilità di una rottura del dialogo, a dir poco, in cui sono impegnati Salvini e Di Maio, o viceversa.

            I grillini -ha avvertito Giachetti- “digeriranno” alla fine anche il rospo Berlusconi, imbarcandone ministri e quant’altro, come hanno fatto con la Casellati alla presidenza del Senato, dimenticandone la difesa sempre fatta del capo del suo partito nei processi e dintorni.

            Berlusconi, dal canto suo, si è già vantato molte volte di sapere essere concavo o convesso, secondo le convenienze. E che lui avverta l’interesse a “rimanere in campo ad ogni piatto” lo ha appena scritto sul Giornale di famiglia il direttore Alessandro Sallusti in un editoriale, guarda caso, soddisfatto della capacità che i grillini stanno dimostrando di essere “realisti”. Se non è la stessa zuppa, pur polemica, del renziano Giachetti, è pan bagnato, magari nel latte che gli avvocati di Berlusconi hanno chiesto alla magistratura milanese di versare concedendo al loro cliente la riabilitazione prevista per chi ha già finito di scontare da tre anni la pena a suo tempo inflittagli. E onorata dall’ex presidente del Consiglio, colpevole di frode fiscale secondo la Cassazione, con i cosiddetti servizi sociali in un ospizio della Brianza.     

           

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