Berlusconi “processato” dalla sua ex assistente senatrice Rossi

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Pur nel dissenso sempre più convinto dalla ostinazione con la quale è di fatto entrato nella corsa al Quirinale, o si lascia così rappresentare dalle cronache politiche, sino a minacciare l’uscita del suo partito dal governo se fosse eletto Mario Draghi, ritengo che Silvio Berlusconi meriti di essere difeso da certi processi politici. Che si aggiungono a quelli giudiziari ancora in corso contro di lui come stravaganti appendici ad un’assoluzione definitiva per la lontana vicenda Ruby.

Dalla prima pagina della Stampa del 9 gennaio

La senatrice Mariarosaria Rossi -a lungo assistente dell’ex presidente del Consiglio, sempre generoso con i suoi collaboratori promuovendoli parlamentari grazie a leggi elettorali compiacenti comodamente usate anche dai suoi avversari- ha appena accusato Berlusconi, in un “intervento” sulla Stampa, di avere perduto l’anno scorso, di questi tempi, la irripetibile occasione avuta per giocarsi bene la carta del Quirinale. Gli sarebbe bastato imboccare con la  stessa Rossi la strada del cosiddetto Conte ter. 

La senatrice uscita da Forza Italia fu tra i parlamentari ricevuti personalmente da Giuseppe Conte nella ricerca dei “volenterosi”, “responsabili”, “costruttori” e simili disposti a farlo sopravvivere ad una crisi che peraltro egli aveva cercato di ritardare al massimo, sino a provocare una certa insofferenza al Quirinale. Dove pure il paziente Sergio Mattarella gli aveva lasciato un pò di tempo a disposizione per cercare di allargare la maggioranza dopo la defezione dei renziani, decisivi al Senato.

La senatrice Rossi alla Stampa

Leggete qui il ragionamento o il racconto, come preferite, della senatrice Rossi, che -si legge sulle biografie internettiane- si era guadagnata da giovanissima l’attenzione e gli apprezzamenti del Cavaliere per le  sue capacità organizzative, non limitate all’ambiente delle discoteche romane malignamente attribuitele dagli antipatizzanti. “Tutti – ha scritto la signora- si scagliarono contro il povero Giuseppi, nessuno gli tese la mano, a parte qualche parlamentare (come la sottoscritta) ribattezzato poi dalla vulgata come “responsabile”. E Silvio Berlusconi? Anche lui non gli offrì sostegno. Non importava se infuriava la tempesta del Covid, non importava se si metteva a rischio il piano nazionale di ripresa. Niente. Conte doveva cadere. Fu proprio in quei giorni che Berlusconi non pensò a quanto sarebbero potute cambiare le cose se lui avesse sostenuto il Conte ter. Non immaginò come quella mossa lo avrebbe smarcato da quel marasma di centrodestra offrendogli una nuova vita politica”. Vita politica tra virgolette naturalmente.

La senatrice Rossi alla Stampa

Presa, anzi travolta da una certa nostalgia di Conte, la senatrice Rossi ha rimproverato a Berlusconi di non avere capito che con l’appoggio al sopracitato “Giuseppi” di conio trumpiano “sarebbe stato ancora una volta il Salvatore della Patria, esattamente come in quel magico 1994” in cui scese in politica sconfiggendo la sinistra  allegramente raccolta contro di lui da Achille Occhetto. “Ma c’è di più, avrebbe compiuto -ha continuato la senatrice sempre scrivendo di Berlusconi- un altro miracolo politico, forse il più grande mai riuscito. Avrebbe trasformato il tramonto di una stagione politica durata quasi 30 anni in una nuova aurora ed oggi non parleremmo di Draghi Presidente della Repubblica ma solo di Berlusconi perché sarebbe stato il Presidente di tutti gli italiani”. Magari eletto in Parlamento -debbo presumere- anche dai grillini, almeno da quelli di tendenza Conte, grati del sostegno avuto per non perdere Palazzo Chigi e convertiti ad una concezione, diciamo così, un pò mercantile anche di una istituzione come la Presidenza della Repubblica. 

Giuseppe Conte

Senza volerle mancare di rispetto, e neppure dubitare della sua esperienza imprenditoriale di recupero dei crediti maturata con l’ex marito nella società Euro Service Group, secondo le biografie internettiane consultabili facilmente con un clic, mi consenta la senatrice Rossi di dubitare della capacità sua e del stesso Berlusconi, se vi si fosse prestato, di recuperare nella corsa di queste settimane al Quirinale il credito presuntivamente procuratosi partecipando all’operazione di un terzo governo Conte.

La politica è un pò più complessa, difficile, persino perfida di quanto non possa pensare la senatrice Rossi, pur con i suoi quattordici anni di esperienza parlamentare sulle spalle, comprensivi di quelli trascorsi come assistente o comunque nella schiera più ristretta di Berlusconi. Del quale teneva l’agenda, come si dice in gergo politico non in senso spregiativo ma elogiativo. 

Per quanti crediti si possano vantare, a ragione e non solo a torto, acquisiti con o senza disinvoltura, con repentini e opportunistici cambiamenti di linea, di alleati e di quant’altro, questi non bastano mai in politica ad assicurare, specie a distanza, il risultato propostosi in partenza o maturato successivamente. Ne sanno qualcosa, per non parlare dei morti eccellenti ormai della cosiddetta prima Repubblica, da Fanfani a Moro e ad Andreotti, gli sconfitti ancora superstiti delle corse al Quirinale preparate con cura e largo, anzi eccessivo anticipo, coltivando rapporti e promuovendo iniziative alla stregua di investimenti politici. 

Pubblicato sul Dubbio

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