La foto romana che dovrebbe mettere in imbarazzo i grillini….

Rolli.jpgC’è una foto che forse imbarazza i grillini di ogni tendenza, da Luigi Di Maio ad Alessandro Di Battista, più della marcia dello spread oltre i trecento punti nei mercati finanziari e dei fischi genovesi al ministro gaudioso delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Che è stato bruscamente invitato a non dire “bugie” sull’emergenza del ponte crollato a ferragosto. E’ la foto dell’alleato di governo dei pentastellati Matteo Salvini con la leader della Destra francese Marine Le Pen in perfetta sintonia dopo l’incontro avuto a Roma in quella che il manifesto ha perfidamente chiamato “bottega oscura” giocando sul nome della strada dove si trovava la sede del Pci. Ed è tornata sulle prime pagine dei giornali  e nelle aperture dei telegiornali per un evento e persone di tutt’altro segno politico.

            Il Fatto su stelle.jpgIl potenziale disagio dei grillini è ben rappresentato sul Fatto Quotidiano -e dove, sennò ?-  in un titolo di prima pagina dove si evidenzia che “in Europa”, di cui Salvini e la sua omologa francese hanno discusso d’amore e d’accordo, come si dice, “i 5 Stelle votano più con sinistra e Pd che con la Lega”.

            Questo è vero. E’ accaduto, per esempio, nell’Europarlamento sul tentativo di sanzionare il governo ungherese di Orban, osteggiato dai deputati leghisti e condiviso invece da quelli grillini. Ma è accaduto anche che poi, nel Parlamento italiano, grillini e leghisti hanno votato insieme un documento destinato a proteggere Orban dagli effetti della deliberazione adottata a Strasburgo.

            Chissà se qualcuno ha chiesto chiarimenti anche su questa vicenda al presidente grillino della Camera Roberto Fico in missione a Bruxelles, dove ha incontrato con ostentata, per niente imbarazzata cordialità, mimica e verbale, commissari europei e quant’altri che il suo collega di partito e vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio attacca in concorrenza col collega e alleato di governo Salvini per gli ostacoli che frappongono alla manovra finanziaria “del popolo”, oltre che “del cambiamento”, messa in cantiere in Italia dal governo gialloverde.

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