Berlusconi ridiscende in campo alla sua maniera, e tira contro Putin

Una foto d’altri tempi davvero

Non so perché abbia impiegato tanto, dopo un mese e mezzo di guerra spietata contro l’Ucraina e di sfida a tutto l’Occidente, ma alla fine Silvio Berlusconi si è deciso, in una dichiarata ridiscesa in campo, a dire contro Putin le cose che merita. Egli ha rotto quindi un sodalizio che rischiava di fargli chiudere come peggio non poteva la sua ormai lunga avventura politica in Italia. 

Dell’Utri a Repubblica di ieri

       Preceduto dal fedele Marcello Dell’Utri, che in una intervista a Repubblica lo aveva dato per “sorpreso e dispiaciuto” dell”amico Putin”, rivelatosi “una persona diversa” da quella su cui aveva scommesso negli anni d’oro di Palazzo Chigi, Berlusconi in un’assemlea di Forza Italia svoltasi in un albergo a due passi, peraltro, dalla residenza dell’ambasciatore degli Stati Uniti a Roma si è detto “profondamente addolorato dal comportamento” del capo del Cremlino. “Che si è assunto -ha aggiunto- una gravissima responsabilità di fronte al mondo intero”, e farebbe bene a “cessare il fuoco”.  

Dal comizio di Berlusconi

“Di fronte all’orrore dei massacri di civili a Bucha e in altre località ucraine, veri e propri crimini di guerra, la Russia -ha detto ancora Berlusconi- non può negare le sue responsabilità. Dovrebbe, al contrario, nel suo stesso interesse, identificare e mettere sotto processo i responsabili di comportamenti che il diritto e la morale considerano inaccettabili anche in tempo di guerra”. Sarebbe interessante sapere se prima ancora di questa uscita pubblica -conforme, del resto, alla posizione già assunta da tutti i ministri forzisti, in piena sintonia col presidente del Consiglio Mario Draghi, diversamente dai grillini di Giuseppe Conte e persino dai leghisti di  Matteo Salvini- vi sono stati nelle scorse settimane tentativi di approccio diretto di Berlusconi a Putin, e con quale esito.

Il troppo tempo lasciato scorrere in un silenzio imbarazzato ha probabilmente compromesso a livello internazionale, specie nell’ambito del Partito Popolare Europeo, anche solo il tentativo di proporre, assegnare e quant’altro a Berlusconi quel “ruolo mediatore” per il quale, secondo la già citata intervista di Dell’Utri a Repubblica, l’ex presidente del Consiglio sarebbe stato “la persona ideale”: anche più- direi- dell’ex cancelliera tedesca Angela Merkel. Che è stata evocata in questa prospettiva nelle prime battute della guerra senza tuttavia che lei incoraggiasse amici ed estimatori a insistere, forse avendo intuito più di altri il grado altissimo di avventurismo fatto raggiungere da Putin anche dalla Germania negli anni precedenti, specie per i rapporti di pericolosa dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia. 

Il generale Dvornitrov messo da Putin a capo delle operazioni in Ucraina
Il titolo del Giornale di famiglia di Berlusconi

Riconosciuto a Berlusconi ciò che gli spetta sul piano della guerra in corso, a condurre la quale Putin ha messo in campo altri generali ancora, con ciò confermando la durezza della sua sfida, riesce tuttavia difficile condividere l’ottimismo che egli ha manifestato sulle prospettive elettorali e politiche del centrodestra. Che, a dispetto del “baricentro” berlusconiano vantato sul Giornale  da Augusto Minzolini, è sempre meno il “suo” centrodestra, anche se dovesse farcela ad uscire dalle elezioni amministrative del 12 giugno prossimo meglio, o meno peggio, del turno amministrativo dell’anno scorso. Il tessuto dell’alleanza è mutato col progressivo indebolimento di Forza Italia, prima a vantaggio della Lega e ora della destra di Giorgia Meloni, tempestivamente attestatasi su una posizione atlantista che potrebbe ancor più favorirla nei suoi panni dichiaratamente conservatori.

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