La distratta commemorazione di Enzo Bettiza al Senato presieduto da Grasso

A poco più di 4 mesi dalla scomparsa, il Senato ha voluto ricordare in aula Enzo Bettiza. Che la frequento’ diligentemente dal 1976 al 1979, prima di passare più lungamente al Parlamento europeo di Strasburgo. Fu una legislatura breve ma intensa, e persino drammatica, contrassegnata dalla stagione politica della “solidarietà nazionale”, dal sequestro e assassinio di Aldo Moro e dall’elezione al Quirinale di Sandro Pertini. Cui tocco’ di partecipare più a funerali di vittime del terrorismo che a feste della Repubblica.

Quanto fortunata è stata la decisione di commemorare Bettiza, tanto sfortunato è  stato il clima ambientale della celebrazione. Che si è svolta in un’aula a dir poco distratta e vociante, persino ilare in alcuni momenti, nonostante la serietà della discussione e persino degli argomenti che forse distraevano i senatori, alle prese con pensieri e preoccupazioni di fine legislatura per le candidature. E nonostante gli interventi di altissimo livello politico e culturale pronunciati, per esempio, dal capogruppo del Pd Luigi Zanda e da Luigi Compagna, che di Bettiza sono stati amici, e non solo lettori ed estimatori.

Il presidente Pietro Grasso, da qualche giorno oberato anche degli impegni e delle preoccupazioni di capo del cartello elettorale dei “Liberi e uguali”, ha solo una volta scampanellato lievemente per chiedere  ordine a attenzione ai senatori chiacchieranti, senza ottenere ne’ l’uno né l’altra.

Peccato. Lo scrivo da amico, certo, di Bettiza e di chi lo ha voluto celebrare, ma anche da ormai vecchio cronista parlamentare. Che ne ha viste tante, tra Montecitorio e Palazzo Madama, ma si sarebbe risparmiato volentieri anche questa delusione.

L’accaduto è forse anche colpa del clima di confusione persino istituzionale in cui si sta andando alle elezioni, espresso causticamente sulla Stampa da Sergio Staino con una vignetta paradossale sul Pd tentato dal candidare Mattarella, visto che altri sono ricorsi a Grasso.

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