I complici di Michele Emiliano nel Pd

         Se Michele Emiliano, sottoposto per questo a procedimento disciplinare davanti al Consiglio Superiore della Magistratura -non inferiore, come qualche volta appare- presieduto per dettato costituzionale nientemeno dal capo dello Stato, ha compiuto un atto illecito conservando la toga, sia pure in aspettativa, anche dopo avere trasformato il suo impegno politico in qualcosa per niente provvisoria, non è onestamente possibile prendersela soltanto con lui. Neppure quando “don Michele” da Bari esagera nella sua difesa dicendo che non si dimetterà da magistrato “neanche morto”, con sommo sprezzo del ridicolo perché è chiaro che da morto anche lui sarà finito davvero. A meno che, novello Gesù, non riuscirà a risorgere il terzo giorno e comparire in qualche aula di tribunale per sostituirsi alla Corte di turno ed emettere sentenze.

         Quando ci si iscrive al partito senza averne i titoli conformi alle leggi della Repubblica, come Emiliano non ne aveva essendo appunto magistrato, a sbagliare è anche chi in quel partito ne accetta la domanda e gli rilascia la tessera, o gliela conserva perché la ritiri con comodo.

         Inoltre, quando uno si iscrive ad un partito senza averne i titoli per le ragioni già esposte, e si candida alla segreteria nazionale, ma anche di livello inferiore, come ha fatto Emiliano a suo tempo diventando prima segretario e poi presidente regionale del Pd, ci deve pur essere un organo di garanzia di quel partito che avverte l’obbligo di opporsi.

         Tutto questo nel Pd non è stato mai fatto, né tempestivamente denunciato, neppure da parte di quelli che ora si dolgono della situazione irregolare in cui si trova “don Michele”. A cominciare dalla presidente della commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, peraltro magistrata pure lei in aspettativa, come la sua compagna di partito Anna Finocchiaro, ministra per i rapporti con il Parlamento. Che però ha avuto l’accortezza di non gridare la sua protesta contro Emiliano, limitandosi a sussurrarla.

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