Un pipistrello importuno al Lingotto di Torino

Quell’impertinente di Francesco Merlo, inviato da Repubblica a Torino per seguire e commentare ha fatto un curioso scoop. Attardatosi nel Lingotto dopo che ne era uscito il pubblico, forse per mettere in ordine i suoi appunti e finire di stendere l’articolo, ha potuto vedere l’arrivo e lo svolazzo di un pipistrello.

Caspita. Spero che Renzi non sia superstizioso. O che io sbagli a considerare di cattivo augurio l’incursione di quell’uccello. E che a  portarlo lì e a liberarlo in tempo perché qualcuno potesse vederlo e riferirne non sia stato qualche compagno ed estimatore di Massimo D’Alema. Il quale fra tutti gli avversari di Renzi è quello più tosto, che ha più lucidamente e ostinatamente anticipato la scissione minacciandola in un raduno a Roma di tutti i comitati del no alla riforma costituzionale, da lui stesso promossi  e usciti stravincenti dal referendum del 4 dicembre. Fu un   raduno voluto  perché quel no fosse esteso anche ad un partito incapace di liberarsi, e presto, del suo segretario.

E pensare che D’Alema, sempre lui, non un sosia, quando già era sicuro di vincere il referendum costituzionale, si era impegnato a “soccorrere” Renzi, dopo la sconfitta, da quelli che, troppo numerosi, lo avrebbero abbandonato e attaccato: una generosità insolita per “Baffino”. Che tuttavia, a dire la verità, aveva fatto capire bene quanto inattendibile fosse il suo annuncio, avendo aggiunto che il soccorso a Renzi sarebbe stato uguale a quello prestato a suo tempo a Bettino Craxi: un altro avversario politico combattuto con sinistra ostinazione dal dirigente comunista.

Il povero Craxi, proprio mentre D’Alema sedeva a Palazzo Chigi, non riuscì a tornare in Italia libero neppure per morire, essendo ormai la sua vita agli sgoccioli dopo un intervento chirurgico nell’ospedale militare di Tunisi. Per rimuovere ogni ostacolo sarebbe bastato il coraggio dell’allora presidente del Consiglio di deplorare con una dichiarazione pubblica il proposito della Procura di Milano di fare piantonare Craxi come un detenuto in qualsiasi ospedale, clinica privata e altro posto dove avesse deciso di farsi curare.

Anche nel Tribunale di Milano in quei giorni di più di 17 anni fa era riuscito forse a svolazzare di notte qualche pipistrello.

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