Il consiglio (inutile) di fine anno a Bersani da Scalfari

             Eugenio Scalfari deve avere letto attentamente  l’intervista di fine anno di Pier Luigi Bersani alla sua Repubblica di carta. E gradito assai poco non solo il contenuto, da cui ha pubblicamente dissentito nel suo appuntamento domenicale con i lettori, ma anche il contesto un po’ filogrillino in cui il giornale da lui fondato nell’ormai lontano 1976 ha voluto pubblicarlo. Per Scalfari invece i grillini continuano ad essere, anche dopo le svolte sbandierate o attribuite al candidato a Palazzo Chigi Luigi Di Maio, “il peggio del peggio”: a tal punto da fargli ribadire la preferenza per Silvio Berlusconi già espressa di recente in televisione procurandosi le rampogne dell’editore senior Carlo De Benedetti e il malumore di mezza redazione, e forse anche più, del giornale diretto ora da Mario Calabresi.

            Quanto è stato scortese De Benedetti con lui, dandogli del vanitoso e incolpandolo di “nuocere” al quotidiano cui adesso presta solo una collaborazione molto ben retribuita, comprensiva del suo nome sotto la testata come fondatore, tanto Scalfari ha voluto essere dichiaratamente “gentile” con Bersani, parlando comunque al passato della loro amicizia e frequentazione. Un passato grazie al quale, anziché mandarlo grillinamente a quel paese, o ignorarne l’esistenza, come ha fatto senza mai citare Massimo D’Alema, lo ha invitato a una telefonata e anche a un sorso di vino, per quanto il diabete glielo sconsigli, o impedisca. E per quanto Bersani sia ormai passato alla cronaca politica per un amante della birra, con tutte quelle fotografie che gli hanno fatto sconsolatamente solo al tavolino di un bar con un boccale a portata di mano.

            Nella certezza di non essere chiamato, Scalfari ha voluto tuttavia dare pubblicamente un consiglio all’ex segretario del Pd “regista” dell’operazione Liberi e uguali con Pietro Grasso. Di cui il fondatore di Repubblica ha inutilmente atteso le dimissioni da presidente del Senato dopo avere seguito Bersani in un’avventura elettorale di opposizione destinata, secondo i sondaggi, a non raccogliere più  del 7 per cento dei voti.

            Il consiglio di Scalfari al “regista” di Grasso è di non perdere altro tempo e di non fare ulteriori danni dopo le elezioni del 4 marzo 2018 inseguendo i grillini. Gli converrebbe invece “rientrare” rapidamente nel Pd, senza fare troppe domande o porre troppe condizioni, e consentire così alla sinistra, e ai centristi che hanno deciso di apparentarsi a Matteo Renzi, di avere in Parlamento più seggi del centrodestra e dei grillini, da soli o insieme.

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