Già collaboratore dell’Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, Beppe Grillo gli si è confessato con una intervista che mi ha felicemente sorpreso, una volta tanto.
“Io -ha detto- non uso il mio mestiere per convincere. Sono semplicemente Beppe Grillo con le mie passioni, con i miei limiti, con le mie intuizioni. Lascio che tutto traspaia ed emerga per com’è, evitando di vivere nell’enorme vergogna di ciò che ero prima di essere un politico. Un comico può permettersi di fingere, un politico no”.
E’ un Beppe Grillo di sapore un pò amletico, shakesperiano. Essere o non essere un comico? Essere o non essere un politico? E a propria insaputa, in un caso o nell’altro.
Se fossi un suo “portavoce”, mi sentirei un po’ perduto. E diventerei afono.
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