Chissà se i putiniani più o meno di complemento in servizio anche in Italia, o gli antiatlantisti che reclamano di non essere confusi con i putiniani perché dà fastidio anche a loro, grazie a Dio, il successore di Stalin più che di Pietro il Grande cui l’uomo del Cremlino vorrebbe somigliare, troveranno qualcosa da dire e scrivere anche contro l’imminente tappa romana del viaggio del presidente ucraino Zelensky in Europa. Che incrocia notizie e voci sulle iniziative di pace alle quali, per quanto smentite o ignorate a Mosca, sta lavorando il Papa in persona. Il quale non sta certo a Palazzo Chigi o al Quirinale, ma a poca distanza in fondo dall’uno e dall’altro, con cui comunque ha buone relazioni, a dir poco.
Il Pontefice avrà sicuramente riso di cuore alla vignetta in cui oggi Stefano Rolli sulla prima pagina del Secolo XIX immagina il presidente ucraino deciso a chiedere aiuti militari anche alla Santa Sede, accontentandosi delle ben poco armate Guardie Svizzere.
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