Francesco Boccia, il presidente della Commissione Bilancio della Camera, che pure fa parte della minoranza del Pd, ha “sconsolatamente” accollato alla scissione consumata nell’inverno scorso da Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema e compagni anche il rifiuto del loro nuovo partito di votare la nota di aggiornamento del documento governativo di economia e finanza, e le contemporanee dimissioni del vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico. Le cui competenze non sono economiche, per cui il gesto va letto nel quadro di una più generale offensiva politica contro gli equilibri politici di questo convulso finale di legislatura.
Negli anni cosiddetti di piombo italiano impazzò a sinistra un movimento chiamato Lotta Continua, il cui giornale ogni mattina sovrapponeva al sangue delle pallottole il veleno dell’odio contro gli avversari della sinistra rivoluzionaria ancora in vita, qualche volta purtroppo anticipandone l’esecuzione. Ciò accadde, in particolare, contro il commissario di polizia Luigi Calabresi, ucciso come un cane sotto casa perché ritenuto -naturalmente a torto- responsabile della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, trattenuto in Questura a Milano dopo la strage nella sede ambrosiana della Banca Nazionale dell’Agricoltura.
A distanza di tanti anni il terrorismo da cui dobbiamo guardarci è, per fortuna sotto certi aspetti e per disgrazia sotto altri, di livello internazionale. Ma la politica è ugualmente attraversata da spinte distruttive, anzi autodistruttive. Tutti i partiti litigano fra di loro, e al proprio interno, anche quando perseguono, o dicono di perseguire intese più larghe di quelle che hanno appena distrutto, a sinistra e a destra. Al centro rimangono, secondo una recente e curiosa idea di Bersani, i grillini per la loro pur cinica disponibilità ad aprirsi in ogni direzione. Ma costoro per ora sono presi solo dal bisogno o dalla vocazione a combattersi fra di loro. E sarà forse la volta buona per liberarsene.
Da Lotta Continua, tuttavia, a sinistra siamo passati a Scissione Continua, come potremmo chiamare, nella logica e nella realtà lamentate giustamente da Boccia, il nuovo partito creato da Bersani e D’Alema. Per fortuna non siamo nello scenario di sangue di più di 40 anni fa. Ma siamo pur sempre in uno scenario sciagurato: quello della ingovernabilità del Paese. Dove a sinistra si reclama di distribuire di più la ricchezza con ricette però destinate a distribuire di più la miseria allargandone l’area.