Ecco a voi Bersani in versione nucleare

         Pier Luigi Bersani ha preso proprio una brutta piega. Dovremo rimpiangerne la versione quasi bucolica trasmessaci dalle divertenti imitazioni dell’inimitabile Maurizio Crozza: il Bersani dei tacchini che “volano” sui tetti, dello smacchiatore dei giaguari, della mucca che s’intrufola nei corridoi della sede del Pd, al Nazareno, o delle bambole che si lasciano pettinare.

         Ora che ha lasciato “la ditta” piddina da solo, nel senso di essersene andato spontaneamente, insieme con Massimo D’Alema ed altri, senza obbligare la compagna ministra della Difesa Roberta Pinotti a ricorrere alle truppe scelte per cacciarlo via, come lui stesso aveva minacciato che dovesse accadere, l’uomo di Bettola sembra tentato dalla concorrenza agli iraniani sul versante nucleare. Quello sprovveduto di Matteo Renzi è avvertito. Non dica un giorno di essere stato annientato a sorpresa da una bomba addirittura atomica.

         Sentite ciò che l’ex segretario del Pd, nonché presidente del Consiglio mancato, nel 2013, di un governo insieme “minortario e di combattimento”, scommettendo inutilmente su qualche aiuto dei grillini, ha appena dichiarato a Stefania Rossini, dell’Espresso, senza metterla in crisi, consolandola anzi della delusione o preoccupazione per quel misero tre per cento accreditato dai sondaggi al suo nuovo partito, o ditta: “Se 100 anni fa avessero fatto un sondaggio sulla tavola degli elementi, avrebbero trovato il 66 per cento di tungsteno, il 32 per cento di cadonio, il 20 di berillio e appena il 3 per cento di uranio. Ma la bomba atomica è stata fatta con l’uranio. I sondaggi non leggono la dinamica”.

         No, onorevole Bersani. Si calmi. Convenga con noi che la bomba atomica è un po’ sprecata per la sua ossessione politica, che è quella di far fuori l’impenitente Renzi. Pure Donald Trump, che è Trump, con quel ciuffo arancione e i metodi spicci con i quali ostenta i documenti appena firmati contro questo o quello, si è fermato alla superbomba nella pur condivisibile lotta alle basi siriane dove Assad nasconde o fa nascondere i veleni con cui fa anmmazzare dall’alto gli avversari. Si è riservata la bomba atomica, il presidente americano, per qualcosa di ancora più consistente e aberrante.

         Per carità, onorevole Bersani, torni alle dimensioni campestri, anche se surreali, dei tacchini che “volano” sui tetti e delle mucche che insozzano corridoi e stanze dell’antipatico di turno. Sia insomma più statico che dinamico, alla Sua età poi, dopo quello che Le è accaduto per gli stress da insuccessi di quattro anni fa.

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