Anche Beppe Grillo -ahimè- riesce ad essere migliore di quello che appare o cercano di rappresentare i suoi tifosi. Gli fa onore, in particolare, il rifiuto opposto al tentativo di arruolare il compianto Paolo Villaggio -il Fantozzi che ci ha fatto divertire per tantissimi anni- fra i pentaslettati, per quanto compiuto -questo tentativo- dal figlio dello scomparso, Pierfrancesco, nella camera ardente allestita in Campidoglio. Dove Grillo non ha voluto mancare.
Alle simpatie per il Movimento delle 5 stelle attribuito al papà, e peraltro contraddette dall’ultimo voto espresso e dichiarato da Villaggio, l’anno scorso, per l’ex compagno radicale Roberto Giachetti nel ballottaggio con la grillina Virginia Raggi al Campidoglio, Grillo ha opposto un sobrio riconoscimento della impossibilità, e anche inopportunità, di incasellare l’amico e concittadino genovese.
Dio solo sa quanto avrebbe potuto far comodo a Grillo, in questo momento di crisi di consenso, arruolare il mitico Fantozzi nel suo “firmamento”.
I due amici comici evidentemente di distinguevano per una cosa non da poco. Paolo Villaggio voleva solo far ridere e divertire il suo pubblico. Grillo un po’ sadicamente da politico, se gli dovesse capitare di portare il suo partito al governo, lo vorrebbe anche far piangere.