Michetti cerca di disinnescare la “bomba” dei disordini a Roma

Alessandra Ghisleri
Titolo del Messaggero

Alessandra Ghisleri è stata tra i pochi, se non l’unica fra i sondaggisti ad esprimere ottimisticamente la convinzione che i disordini di sabato sera a Roma non avranno l’effetto di “una bomba” -titolo invece del Messaggero di oggi- sul ballottaggio capitolino di domenica prossima. Che vedrà contrapposti, per la successione all’ormai eliminata sindaca uscente grillina Virginia Raggi, il candidato del centrodestra Enrico Michetti e quello del Pd Roberto Gualtieri, in ordine non alfabetico ma elettorale, cioè per i voti raccolti nel primo turno.

Per quanto contrastata nel suo collegamento televisivo dall’editorialista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo, ospite nello studio domenicale de la 7 sostitutivo di quello feriale di Lilli Gruber, la sondaggista abitualmente indicata come quella di cui si fida di più Silvio Berlusconi ha detto che la campagna elettorale nella Capitale d’Italia è stata troppo contrassegnata dai problemi locali, visti i guai della città, per ritenere che i pur gravi disordini di sabato sera intestabili all’estrema destra possano cambiare le cose. Ci sarebbe inoltre da scommettere, secondo la Ghisleri, sull’abituale resistenza di chi non è andato alle urne al primo turno alla tentazione di recarvisi al secondo per capovolgerne il risultato. Ai ballottaggi, in effetti,  l’affluenza di solito cala, non sale. E al primo turno quella di Roma è già stata inferiore al 50 per cento.

Michetti, dal canto suo, ripreso in piazza del Campidoglio a braccia aperte, se non alzate, ha cercato di difendere il suo modesto vantaggio sull’ex ministro piddino dell’Economia -circa tre punti- inseguendolo nel corteggiamento dei voti della pur criticatissima Raggi. La quale peraltro gli ha dato anche una precedenza forse significativa nel rito delle visite di consolazione o di rispetto, con tanto di caffè e scambio di opinioni e notizie nell’ufficio di sindaco.

Michetti con Landini nella sede della Cgil

Poi, per quanto influenzato, ma senza febbre, e comunque confortato da un tampone negativo annunciato o mostrato ai suoi interlocutori di turno, Michetti è corso nella sede devastata della Cgil ad esprimere tutta la sua solidarietà al segretario generale Maurizio Landini  furente contro i fascisti, parafascisti e simili che avevano assaltato la sera prima l’ingresso e i locali adiacenti.

Sempre nell’ambito delle iniziative precauzionali o riparatrici, secondo le preferenze o i punti di vita, Michetti si è deciso anche a scusarsi con gli ebrei per la “imperdonabile leggerezza”, scoperta e rinfacciatagli dal manifesto, di avere scritto l’anno scorso per l’emittente romana Radio Radio che l’Olocausto ha avuto, fra tutti i genocidi, più notorietà e raccolto più solidarietà per le capacità “lobbistiche” e bancarie delle vittime e dei loro parenti. “Imperdonabile”, davvero, questo infortunio, come ha riconosciuto l’autore, che deve ora sperare in una abbondante generosità degli offesi, diretti o indiretti che siano. E comunque sperare che quelli non disposti a scusarlo non siano tanti, o se ne stiano almeno a casa.

A questo punto, poiché si profila per la vigilia del ballottaggio una manifestazione nazionale di solidarietà a Roma per il sindacato assaltato da quelli di Forza Nuova e simili, a Michetti non resterà che unirsi ai manifestanti, ben visto da fotografi e telecamere ma rigorosamente zitto per rispettare il famoso e pur abitualmente violato silenzio elettorale. Poi magari egli scriverà una dispensa delle sue, come avvocato e professore amministrativista, su come rimediare meglio alle gaffe.

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