Marzio Breda, del Corriere della Sera. è un giornalista da tempo di casa al Quirinale. I presidenti della Repubblica gli affidano spesso messaggi per i naviganti della politica, magari quando costoro hanno mostrato di non averli capiti o di non volerli accogliere nei contatti diretti o indiretti, formali e informali, avuti con lui nelle più diverse circostanze: al telefono, a colazione, in qualche incontro favorito da cerimonie pubbliche e via dicendo.
Ho visto, in particolare, un messaggio di Sergio Mattarella ai naviganti, in particolare a quelli che continuano a mettere carne al fuoco della legislatura ormai agli sgoccioli, nella parte della corrispondenza dal Quirinale in cui Marzio Breda ci ha fatto oggi sapere che il presidente “non intende tirarle per le lunghe” a sciogliere le Camere per esaurimento del loro mandato quinquennale. Il cui inizio -ha spiegato Breda- va fissato nel giorno dell’insediamento delle assemblee in carica: il 15 marzo 2013.
Calendario alla mano, Mattarella ha avvertito che “dal 4 gennaio” ogni giorno sarà utile per il suo fischio di fine partita, in modo da rimandare gli italiani alle urne a marzo dell’anno prossimo.
Oltre al mondo politico, è avvertita anche la Befana. Potrebbe essere lei questa volta a portare il decreto di scioglimento delle Camere agli onorevoli deputati e senatori uscenti, e ai loro presidenti. Che in questi giorni -temo con una certa apprensione al Quirinale- appaiono indaffarati peraltro a caricare di adempimenti legislativi le loro assemblee e a scrutare anche quali e quante possibilità hanno di partecipare al concorso per la guida della nuova sinistra “alternativa” all’odiato Pd di Matteo Renzi.
Più i giorni passano e più aumentano le difficoltà palesi e occulte dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, considerato dai più agitati troppo poco ostile all’ex presidente del Consiglio.
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