Torna a fare il punto dell’andamento dell’epidemia virale il professore associato di malattie respiratorie Salvatore Damato.
Buona giornata. Ci sono molte novità in tema di covid19.
Salute– I medici in servizio hanno svolto un lavoro magnifico ed hanno messo in campo le loro vite.
Ora sappiamo che il quadro radiologico della polmonite da covid19, noto come opacamento diffuso a macchie con aspetto a vetro smerigliato, può corrispondere a due quadri funzionali respiratori tra loro differenti. Solo in uno dei due la ventilazione polmonare per intubazione potrebbe avere successo. Ricorrere a quella procedura nell’altro caso produce peggioramento. E’ molto stretta la strada di entrata e di uscita dalla ventilazione polmonare invasiva. Il problema clinico principale è la molto scadente ossigenazione del sangue da parte dei polmoni, determinata dal mancato passaggio del sangue accanto agli alveoli polmonari e/o dal passaggio di sproporzionata quantità di sangue rispetto all’ossigeno che gli alveoli possono cedere.
Il trattamento dei pazienti comprende ossigeno-terapia, farmaci anti-infiammatori (cortisone a tempi e dosi appropriati, inibitori selettivi del cox2), anti-virali, anticoagulanti, plasma umano da soggetti immunizzati, terapie di sostegno. Viene così contrastato il raggiungimento delle fasi più critiche della malattia ed il successo è tanto maggiore quanto più tempestiva è l’individuazione dei contagiati. I pazienti sono aiutati per giungere, con i loro mezzi, all’immunità individuale corrispondente alla guarigione con negatività del tampone.
I problemi relativi a contagiosità ed insufficienza respiratoria acuta costringono a trattare i pazienti in regime ospedaliero. Ora vi sono strutture sanitarie apposite per il covid19, così come furono necessarie quelle per la tubercolosi. Bisogna che le pratiche terapeutiche vengano ora travasate nella medicina territoriale (medici di base, medicina specialistica e continuità assistenziale). Questa può essere l’opportunità giusta per realizzarla pienamente. La popolazione ha anche dimostrato che le regole emanate dalle istituzioni preposte non vengono disattese dalla stragrande maggioranza dei cittadini
Epidemia. I dati a cui faccio riferimento sono tratti da
lab24.ilsole24ore.com/coronavirus. Nella tabella e nel grafico allegati riporto i dati che ritengo essenziali.
La prevalenza dei contagi ha spiccate differenze territoriali, legate alle differenti densità di abitanti e ad altre e numerose differenti circostanze. L’alta mortalità è legata principalmente alla sottovalutazione del numero dei contagiati e al loro intempestivo riconoscimento. Tenendo conto del numero dei morti, il numero minimo di contagiati in Italia potrebbe essere di 650.000, di cui 320.000 in Lombardia.
La crescita quotidiana di morti e contagiati, espressa come media di 7 giorni, dato meno soggetto alle oscillazioni quotidiane assolute, indica che siamo ormai in una condizione di convivenza molto prolungata con covid19. Si assiste ad un rallentamento progressivo ma lento, con un miglioramento visibile su base settimanale. Ora si sa come fronteggiare e curare l’infezione, fino a quando sarà disponibile il vaccino. Le opzioni terapeutiche potranno anche aumentare. E’ confortante il valore della percentuale di contagiati che risultano ancora positivi al tampone, passata dal 85% del 12 marzo al 55% del 23 aprile ed andrà riducendosi.
Non esiste un modello unico ed universale per proseguire. Ripartire per gradi, verificare in loco le imprescindibili condizioni igieniche, correggere, sperimentare. Abbiamo 5 mesi per operare alacremente ma in relativa tranquillità. Il prossimo autunno-inverno ci saranno le sfide cruciali: arrivo di influenza+covid19, il peggioramento dei malati cronici, il freddo, l’apertura delle scuole, etc.
Alla Protezione Civile c’è da dire che ci vogliono, ora: a) le bene-male dette mascherine e le protezioni individuali, per tutti, al fine di contenere i contagi sociali; b) i mezzi tecnologici e laboratoristici per individuare tempestivamente i contagiati, a tappeto nel territorio; c) gli stili di vita appropriati al contesto territoriale .
Vi lascio dicendovi che sono ottimista ed al posto del covid19 sarei molto preoccupato.

salva.damato@libero.it
dei suoi rapporti “personali” con Mario Draghi- per escludere che l’ex presidente della Banca Centrale Europea possa prestarsi a “manovre” più o meno oblique che lo spingono verso Palazzo Chigi. E magari per soluzioni “tecniche” alle quali lo stesso Conte preferisce soluzioni “politiche”, pur essendo lui arrivato alla politica non in autostrada, eletto in qualche lista di partito, ma per un sentiero o sentierino apertogli dopo le elezioni del 2018 da grillini e leghisti. Nei cui riguardi il professore si sentiva tanto in obbligo da farsi affiancare dai designatori in veste di vice presidenti del Consiglio, ad uno dei quali -quello grillino- fu sorpreso una volta a chiedere alla Camera se potesse dire o no una certa cosa.
l’attrezzatissimo notista politico di Repubblica Stefano Folli, già direttore del Corriere della Sera, ha trovato martedì “involuto” e troppo “criptico” quel passaggio dell’intervista di Conte al Giornale a proposito dei suoi rapporti con Draghi.
rielezione al Quirinale fra due anni. “Toccherà a lui decidere” se lasciarsi candidare o no evidentemente dai grillini o da ciò che ne sarà allora rimasto del movimento 5 Stelle, ha detto Di Maio guadagnandosi ieri, non credo proprio a caso, un titolo a pagina 3 del Fatto Quotidiano. Che la politica non si limita a raccontarla, ma cerca anche di farla sotto la direzione fustigatrice di Marco Travaglio.
Camera Pier Ferdinando Casini per avere preconizzato, o tornato a preconizzare una caduta estiva o autunnale di Conte, con tanto di “forconi” alzati contro di lui, conversando per strada con Augusto Minzolini, del Giornale. Ma, per sfortuna di Padellaro, e di Conte, considerato dal Fatto il top per l’Italia, Casini ha mandato una “precisazione” al quotidiano
berlusconiano non per addolcire le sue previsioni ma solo per dire che, sorpreso a passeggiare ai Parioli “per 12 chilometri” da Minzolini, lui cammina tanto senza mai allontanarsi da casa, e violare quindi i divieti da emergenza virale, bensì solo girandole attorno nel perimetro dei duecento metri consentiti. E’ stato quindi un messaggio di sfratto a Conte neppure tanto cifrato.
elettorali. Ed hanno brindato in piazza quando sono riusciti, una volta al governo, a usare le forbici senza neppure ricorrere a leggi, ma a delibere di uffici parlamentari contro cui bastava ricorrere ad uffici di istanza superiore per procurarsi insulti anche nei più sofisticati o morigerati studi televisivi.