L’ipse dixit…di Matteo Renzi su Giorgia Meloni

         Ipse dixit è notoriamente l’allocuzione latina che prende alla lettera qualcosa detta da qualcuno per lasciarvelo inchiodato nell’autorità, la notorietà e quant’altro egli abbia acquisito, o gli sia stata attribuita, a torto o a ragione. Cercherò di farne uso, ogni tanto, e sempre brevemente, per estrapolare dalla cronaca e dal dibattito politico, ma anche sociale, qualcosa di particolarmente significativo. O che abbia, più semplicemente o banalmente, attratto la mia attenzione.

         Comincio con quest’affermazione di Matteo Renzi in una intervista pubblicata sulla Repubblica, quella di carta, il 2 luglio scorso: “Io sono quello che mena di più su Giorgia Meloni. Ho scritto un libro che ne svela i bluff, in aula non c’è volta che la premier non va in crisi quando le elenco tutti i suoi fallimenti. Ho persino iniziato a fare i podcast, addirittura con Fedez…”

Il limite di questo discorso, o ragionamento, non sta tanto nel già discutibile bullismo che lo distingue quanto nella impossibilità di dare una risposta negativa ad una domanda dirimente, secondo me, per distinguere la politica dall’antipolitica: nulla di personale? Anche perché essa è ricorrente, quasi abituale, ascoltando l’ultima, anzi la penultima di questo cinque volte ex in 50 anni di vita: presidente della provincia di Firenze, sindaco della stessa Firenze, segretario del Partito Democratico, presidente del Consiglio. Cinquant’anni, di cui almeno 21 in politica.

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