Quell’Umbria verde e…infedele che angoscia la sinistra nelle urne

Dal manifesto

Delle due regioni alle urne oggi e domani in quest’ultimo appuntamento elettorale dell’anno, dopo la conferma a sorpresa del centrodestra in Liguria nonostante la decapitazione giudiziaria dell’ex governatore Giovanni Toti, l’Emilia-Romagna sembra destinata a rimanere saldamente nelle mani della sinistra in un campo che Giuseppe Conte ha consentito largo, esteso sino all’odiato Matteo Renzi. L’Umbria invece è in bilico, “corre sul filo”, secondo il titolo di oggi sul manifesto.  Ma un filo che tende più a destra, come cinque anni fa con la vittoria della leghista Donatella Tesei, che a sinistra, per quanto la sfidante sindaca di Assisi Stefania Proietti sia riuscita a fare breccia tra i frati francescani mettendo in imbarazzo le gerarchie religiose della regione.

Il sindaco di Terni Stefano Bandecchi

         Più dei frati “rossi”, come li chiamerebbe forse Matteo Salvini risparmiando loro le “zecche” di uguale colore lamentate nei centri sociali, giocheranno probabilmente, ma contro la Proietti, i voti che riuscirà a procurare alla governatrice uscente l’”irregolare”, diciamo così, sindaco di Terni Stefano Bandecchi.  Ed è proprio a Terni, guarda caso, che la sindaca del Pd Elly Schlein e il presidente di quel che rimane del MoVimento 5 Stelle, sceso già nelle precedenti elezioni regionali al 7,4 per cento dei voti, hanno voluto persino baciarsi due volte per strada, davanti all’ospedale, per dare l’impressione di una coalizione di sinistra compatta e fiduciosa. Ma sono stati due baci scambiati così in fretta che nessuno ha fatto in tempo a fotografarli. O ne ha risparmiato le immagini.

La foto di Terni

         E’ rimasta nei cosiddetti social solo la foto di gruppo della sindaca di Assisi con la Schlein, Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Che rischia però di portare male alla candidata come cinque anni fa al candidato della sinistra la foto di Nicola Zingaretti, ancora segretario del Pd, con gli alleati, compreso un Conte incoronato anche da Goffredo Bettini re dei progressisti italiani. O, più precisamente e repubblicanamente, il loro “punto di riferimento più alto”.

Dal Fatto Quotidiano

         Resta naturalmente da vedere quanti davvero dei 701 mila e rotti elettori dell’Umbria andranno davvero a votare, resistendo alla tentazione di un’astensione di protesta quanto meno contro tutti i tentativi, compiuti da entrambi gli schieramenti, di centrodestra e di centrosinistra, per quanto siano ben nove formalmente i candidati alla presidenza della regione,  di scaricare nelle urne locali temi come la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti, gli attacchi del suo amico, consigliere e finanziatore Elon Musk ai giudici italiani che partecipano alla gestione dell’immigrazione clandestina, la reazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarell, i diffusi disordini di piazza da anni Settanta ed altro ancora. Compreso “il voto di scambio” attribuito dal solito Fatto Quotidiano ai troppi ministri accorsi in Umbria a sostenere la governatrice uscente.

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