Si chiama De Luca ma resta Conte l’incubo vero di Elly Schlein

Dal Dubbio

E’ doppia la partita che la segretaria del Pd Elly Schlein ha deciso di giocare contro un terzo mandato di Vincenzo De Luca al vertice della regione Campania, ribadendo la sua contrarietà nel nuovo salotto televisivo di Fabio Fazio sotto le vecchie insegne della meteorologia politica.

Una partita è interna allo stesso Pd, dopo che De Luca è riuscito a spaccarne il gruppo nel Consiglio regionale. Dove la Schlein ha finito per trovarsi in forte minoranza nel contrastare da Roma una legge regionale che sta per fissare sì a livello regionale il limite dei due mandati, ma facendolo scattare da adesso, per cui il governatore uscente potrebbe riproporsi di nuovo.

La Schlein ha detto no a questa furbizia e reclamato la rinuncia del “ribelle”, concedendogli solo il diritto di contribuire alla scelta del candidato alla sua successione. Ma De Luca ha già respinto questa ipotesi nei mesi scorsi dicendo che si ricandiderà in ogni caso, anche contro il Pd: non so  francamente se più sicuro di vincere lo stesso, creando attorno a sè una specie di terzo polo, o più contento di procurare al Nazareno una sconfitta, potendo a quel punto vincere invece il centrodestra.

L’altra partita è giocata dalla Schlein all’esterno del Pd, ma all’interno dello schieramento alternativo al centrodestra che ancora lei persegue contando sul MoVimento 5 Stelle. Dove la disponibilità a livello regionale a questo punto non è condizionata solo dall’esclusione del partito di Matteo Renzi, com’è appena accaduto in Liguria anche a costo di perdere le elezioni, e portare il movimento sotto il 5 per cento dei voti, a livello cioè di un cespuglio rispetto al Pd salito al 28 per cento. In Campania la disponibilità di Conte, sostanzialmente anticipata qualche giorno fa da Marco Travaglio in un editoriale sul Fatto Quotidiano, dipende dal coraggio che la Schlein avrà sino in fondo di rompere col “cacicco” De Luca. Così come Conte ha voluto o saputo rompere nel suo movimento col fondatore e tuttora garante Beppe Grillo. Che così è stato degradato anche  lui a “cacicco” sotto le sue 5 Stelle, o come diavolo potranno o dovranno chiamarsi dopo l’assemblea costituente dell’ultima settimana di questo mese.

Elly Schlein nel salotto televisivo di Fabio Fazio

Questo paradossale parallelismo fra Beppe Grillo e Vincenzo De Luca, così diversi sotto tanti aspetti ma uguali nella pratica del “vaffanculismo”, chiamiamola così con tutte le scuse dovute ai lettori, è una dannata complicazione per la Schlein al Nazareno. Dove anche critici e avversari di De Luca potrebbero non gradire l’idea che per liberarsene come governatore regionale il Pd debba andare a rimorchio di Conte, pure ora che l’ex premier si è ridotto elettoralmente al lumicino. Ed è anche su questo che forse De Luca conta per resistere alla Schlein del salotto di Fazio, sapendo peraltro che ha più tempo lui a disposizione che la segretaria del suo partito.

Le elezioni regionali in Campania sono programmate in un 2025 tanto avanzato, essendosi le precedenti svoltesi nel mese di settembre del 2020, da potere addirittura slittare ai primi mesi del 2026. E chissà nel frattempo che cosa sarà potuto accadere nel Pd e dintorni, a livello campano e persino nazionale.

Pubblicato sul Dubbio

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