
Imitato, inseguito e quant’altro dal Riformista con un titolo di copertina sull’Italia che “si è persa”, di vista ed ascolto, sulla guerra in Ucraina dopo che il paese aggredito e invaso più di due anni ha portato le sue reazioni di difesa agli sconfinamenti in territorio russo sgraditi, quanto meno, al ministro della Difesa d’Italia Guido Crosetto e al ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio Antonio Tajani, il Corriere della Sera ha cercato oggi di andare incontro al governo con un titolo di prima pagina e una lettera, sempre in prima, dello stesso Crosetto.

Il titolo attribuisce alla premier, blindatasi nella sua vacanza in Puglia col telefono però rovente, secondo cronache e retroscena, la precisazione o assicurazione, come preferite, senza virgolette, che la linea sull’Ucraina non cambia. Ma a capirla, questa linea, dopo che due ministri del peso della Difesa e degli Esteri, per non parlare di altri esponenti, diciamo così, minori della maggioranza hanno indicato negli “sconfinamenti” dell’Ucraina una complicazione, quanto meno, della guerra e precisato l’inutilizzabilità, in questa operazione, delle armi fornite dall’Italia al governo di Kiev.
A Camere chiuse per ferie non c’è da attendersi a breve informative del governo e quant’altro, d’altronde neppure sollecitate dalle opposizioni, anch’esse divise sulla questione ucraina. E forse non è un male perché chissà che cosa verrebbe fuori da una discussione.

Nella lettera che il ministro della Difesa ha ritenuto di dovere scrivere al Corriere della Sera per rispondere all’editoriale dell’ex direttore Paolo Mieli che esordiva ieri con “vatti a fidare dell’Italia come alleato”, si legge che “gli ucraini, a partire dal loro presidente Zelensky, ci considerano affidabili, seri e saldi nell’azione”. Si ringrazia insomma il presidente ucraino di avere avuto la cortesia, la diplomazia e altro di non essersi posto anche lui in pubblico i problemi, i dubbi, gli interrogativi dell’editorialista ed ex direttore, due volte, del giornale italiano più diffuso. Un po’ poco, sembra di poter dire a prima vista, limitandosi alla prima pagina del Corriere.

Nella lettera il ministro Crosetto ha lamentato il carattere sarcastico, approssimativo e poco informato, secondo lui, dell’editoriale di Mieli. Che ha reagito con bonomia invidiabile anche per un diplomatico che Crosetto peraltro non è. Paolo si è dichiarato “confortato” della considerazione attribuita agli ucraini di noi italiani ancora affidabili, seri e saldi. E ha ricambiato auguri di buon Ferragosto, rigorosamente al maiuscolo, anche in un’occasione incidentata come questa.
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