Più che della censura, siamo alla fiera più modesta dell’invidia

Dalla prima pagina del Corriere della Sera

         Dante aveva sistemato gli invidiosi nel tredicesimo canto del Purgatorio, con le spalle prevalentemente al muro e gli occhi cuciti con un filo fi ferro, avendone abusato in vito per guardare e invidiare, appunto, gli altri. Più modestamente, o meno scomodamente, e soprattutto lasciandoli in vita, Aldo Grasso oggi sul Corriere della Sera li ha strapazzati nel suo “Padiglione Italia” prendendosela, in particolare, con quelli che hanno tenuto da ridire e scrivere sulla corsa, presunta o vera che sia, dell’ex premier italiano Mario Draghi a Bruxelles. Dove avrebbe tutte le competenze per servire bene l’Unione Europea, come già fatto a Francoforte guidando la Banca Centrale, sempre europea. E difendendo così bene la moneta comunitaria anche dalla concorrenza del dollaro da procurarsi qualche invidia anche negli amati e da lui ammirati Stati Uniti d’America.

Mario Draghi

         Ma Draghi -hanno detto e scritto i suoi critici o avversari- non appartiene a nessun partito e li tratta tutti con una certa supponenza estendendola ai loro elettori.  Beh, non se lo meritano forse per l’approssimazione, a dir poco, con la quale un po’ tutti si muovono a destra, a sinistra e nel fantomatico centro, dove pure fanno a gara per candidarlo ovunque esista o si crei un vuoto, ritenendolo l’uomo delle missioni impossibili? Ne facciano pure a meno, per carità, peggio per loro.  Così avrei preferito che la moglie Serenella di recente dicesse al giornalista che per strada le chiedeva previsioni sul futuro del marito raccogliendone di nere, e stizzite, sulla strada di Bruxelles perché troppo bravo.

Antonio Scurati

         Avverto una certa puzza di invidia, più che di censura, peraltro stupida per il risultato ottenuto con una maggiore esposizione dell’interessato,  anche dietro e dentro il rifiuto opposto dal responsabile, o irresponsabile, della Rai che per non dare 300 euro in più allo scrittore Antonio Scurati gli ha precluso un breve monologo antifascista sul 25 aprile. Che Giorgia Meloni, furba per professione o vocazione politica, si è affrettata a pubblicare gratis e per intero sui suoi social -si dice così?- liberandosi dal sospetto che ci avesse messo il dito nella vicenda censoria. Scurati l’ha attaccata lo stesso, pure lui -temo- per invidia più che per altro.

Aldo Grasso

  Lo segnalo ad Aldo Grasso per qualche suo prossimo “padiglione”. Non lo segnalo a Dante perché ormai irraggiungibile. E poi temo che Papa Francesco abbia svuotato anche il suo Purgatorio, oltre all’Inferno. Speriamo che non sgomberi pure il Paradiso.

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