Dai calcoli renali che lo hanno colpito ieri costringendolo a un pronto soccorso Matteo Salvini ha rischiato di subire un danno anche politico: la rinuncia a metà Pontida, dove il generale Roberto Vannacci col suo stile sempre da Folgore avrebbe finito per prendersi tutta la scena della giornata. Alla faccia, diciamo così, del presidente leghista della Lombardia Attilio Fontana, ma anche di altri dichiaratamente contrari alla vannaccizzazione del Carroccio e decisi a impedirla.
La voglia di non mancare, e di non tenersi tutta per sè solo questa seconda e conclusiva giornata della festa, o del raduno padano, è prevalsa sui consigli dei medici. E, fattosi imbottire di tranquillanti, il “capitano”, come i leghisti lo chiamano affettuosamente, è corso a Pontida addirittura per cantare. E per guadagnarsi da Giovanna Botteri, inviata da la 7, il riconoscimento, credo, poco gradito nello studio di Massimo Gramellini, col quale era collega, della incontrovertibile superiore popolarità di Salvini, fra i leghisti, rispetto al generale. Per fortuna, direi, visti i problemi che Vannacci crea al partito di cui ora è anche vice segretario: problemi superiori ai voti. Che pure sono stati tanti nelle elezioni europee dell’anno scorso: mezzo milione di preferenze. Problemi, dicevo, a Salvini ma forse ancora di più a Giorgia Meloni personalmente e al governo più in…generale.
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