Attenti a godere troppo delle difficoltà dei cugini francesi

         In un paese che ribolle di proteste, di crisi economica, di instabilità politica persino maggiore di una certa Italia della prima ma anche della seconda Repubblica; in un Paese come la Francia, dove già Giulio Andreotti ai suoi tempi avvertiva troppe ambizioni napoleoniche, diverse da quelle modeste degli italiani che reeclamavano  o promettevano la puntualità dei treni, è appena capitato a un ministro delle forze armate – un po’ più del nostro ministro della Difesa-  di fare un salto di carriera politica con la nomina a capo del governo da parte del presidente della Repubblica. Che ha deciso di mandarlo allo sbaraglio in un Parlamento che ha appena abbattuto Francois Bayrou allo scopo, dichiarato sia dalla destra sia dalla sinistra, di estromettere in anticipo dall’Eliseo proprio lui, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron.

         “Vasto programma” avrebbe forse ripetuto col solito sarcasmo, dall’alto dei suoi quasi due metri -uno e 96 centimetri- Charles De Gaulle. Vasto, a questo punto, quanto quello di Macron di resistere affiancato dal suo fedelissimo e giovane Sebastien Lecornu. Al quale non aveva fatto in tempo, come Trump negli Stati Uniti col suo Segretario al Pentagono- a fargli assumere la guida del Ministero dichiaratamente e completamente della Guerra. Macron ha risparmiato al suo Lecornu un gradino nella scala delle promozioni, e in uno scenario internazionale dove la pace è sempre più un’aspirazione che una realtà: dall’Ucraina al Medio Oriente.

         Facciano pure auguri familiaristici e ironici ai cugini francesi che forse se li meritano anche nella loro carica polemica o ritorsiva, nella consapevolezza tuttavia, avvertita e dichiarata, dal ministro della Difesa -ancora- dell’Italia Guido Crosetto, tra gli amici più fidati e saggi della premier Giorgia, che sotto sotto, nel fondo del fondo, avremmo poco da godere delle difficoltà della Francia. Con la quale condividiamo l’appartenenza all’Unione Europea e all’Alleanza Atlantica, o ciò che ne rimane fra gli strappi del presidente americano Donald Trump, oltre Oceano.  

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