Poco o niente, di certo, rispetto al presidente americano Donald Trump e alle sue intemerate, fra strapazzamenti ai malcapitati ospiti, di ogni colore politico e di pelle, che pur arrivano alla Casa Bianca da lui invitati, minacce o annunci di nuove guerre, inutili promesse di pace per quelle in corso, e dazi che vengono e vanno montati su missili di carta e di parole che pure bastano e avanzano per abbattere i risparmi degli incolpevoli clienti e simili delle Borse di tutto il mondo, comprese quelle americane, di casa per questo signore col ciuffo. Che per fortuna non è più il solo a rappresentare a livello universale gli Stati Uniti, dopo l’elezione del connazionale Robert Francis Prevost a Papa. Grazie allo Spirito Santo, assicurano anche i suoi elettori cardinali.
Poco o niente, dicevo, rispetto alla baldanza crescente, in Italia, della segretaria del Pd Elly Schlein. Che dal suo banco di Montecitorio fa a gara con Giuseppe Conte ad assaltare, per ora solo a parole, il governo e la donna che lo presiede. E sui giornali prima si lascia raccontare alle prese con la lista dei ministri che intende portare per iscritto al Quirinale e di persona a Palazzo Chigi, dopo il giuramento, e poi si confessa pronta con altri, quindi “pronti”, ad elezioni anticipate rispetto alla scadenza ordinaria del 2027. Così ha appena detto al Corriere della Sera alla fine di una intervista fattale da Maria Teresa Meli, pensando evidentemente -con quel plurale, ripeto- di potersi portare appresso tutto il suo complicato, a dir poco, partito democratico almeno di nome, tanto comunque da farsi eleggere il segretario più dagli esterni e passanti ai gazebo che dagli iscritti, E tutti gli aspiranti, pur divisi da qualche veto più o meno reciproco, al cosiddetto “campo dell’alternativa” al centrodestra.
Per ora tuttavia la signora del Nazareno, chiamiamola così, in tutte le edizioni cromatiche del suo abbigliamento, è attesa alle prove referendarie dell’8 e 9 giugno promosse con la Cgil di Maurizio Landini, e imprudentemente elevate -credo coi tempi che corrono- a prova della capacità di mobillitazione elettorale. Che la stessa Schlein, peraltro, nella già ricordata intervista al Corriere della Sera, ha rivelato di essere valutata nei sondaggi, a una quindicina di giorni dal voto, attorno al 40 per cento, Contro il 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto necessario per rendere costituzionalmente valido il risultato di tanto sforzo.
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