Le impalcature nella Cappella Sistina mostrateci dai telegiornali documentando i lavori per attrezzarla ancora una volta al Conclave hanno retto, senza bisogno di un miracolo, magari il primo del compianto Papa Francesco, alle scosse di sorpresa e di protesta provocate dal presidente americano Donald Trump lasciandosi travestire da nuovo Pontefice. Un passo avanti, per clamore ed altro ancora, rispetto alla statua d’oro attribuitasi nel regno immobiliare e vacanziero da realizzare sul territorio di Gaza, raso praticamente al suolo nella guerra provocata da Hamas col progrom del 7 ottobre 2023.
Un passo avanti anche nella realtà, oltre che nell’immaginazione, rispetto a quella foto generalmente considerata storica che, ai funerali di Papa Francesco, ha roitratto il presidente americano nella Basilica di San Pietro in un incontro di riconciliazione e riparazione col presidente ucraino Zelensky. Dal quale, prima ancora di tregue, trattative e quant’altro, è nato l’accordo fra i due sull’uso delle cosiddette terre rare.
Questo accordo potrebbe in termini di sicurezza valere per l’Ucraina, in una ridefinizione dei confini e altro con la rapace Russia di Putin, più dell’adesione alla Nato tanto temuta al Cremlino da prevenirla e bloccarla più di tre anni da con una invasione chiamata “operazione speciale”. Ora con le terre rare gestite in associazione da americani e ucraini la sicurezza intravista da Zelensky nel famoso articolo 5 del trattato della Nato potrebbe in qualche modo rivelarsi meno stringente di quella derivante dalla protezione diretta dei loro affari e interessi da parte degli Stati Uniti.
Al Cremlino, fra traffici fisici, telefonici e simili fra Putin in persona e inviati, delegati, fiduciari di Trump, si stanno rendendo forse conto di una situazione sfuggita di mano e reagiscono con strappi e ambiguità di comportamenti, decisioni e minacce che Zelensky, da parte sua, alimenta riuscendo con le sue sole parole a gettare nel panico e nella rabbia registi e operatori della sfilata a Mosca del 9 maggio celebrative dalla vittoria “patriottica” nella seconda guerra mondiale. Che tuttavia era cominciata con un accordo fra Hitler e Stalin per la spartizione della Polonia.
Nel suo piccolo, per quanti sforzi faccia Gorgia Meloni di difenderne e aumentarne il ruolo, l’Italia è stata portata dalla solita sinistra, incapace anche del senso umoristico che Papa Francesco raccomandava ai suoi interlocutori, di costruire sul fotomontaggio di Trump neppure benedicente, con quel solo dito levato, la figura dell’Antipapa. Con tutto ciò che ne conseguirebbe nei sogni e nelle ossessioni di Rosy Bindi, che ha avuto questa esplosione…di intuito. “Più bella che intelligente”, aveva in qualche modo preconizzato a suo tempo Vittorio Sgarbi, ora purtroppo in depressione.
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