L’allarmante abitudine all’odio e al suo incitamento nelle strade e piazze

La notizia, dati i tempi che corrono, purtroppo all’indietro verso gli anni Settanta del secolo scorso, non è tanto in quell’incitamento “spara a Giorgia” spruzzato con vernice viola a Milano sulla vetrina di una banca, nel contesto della solita manifestazione a favore della Palestina di Hamas e contro le forze dell’ordine, quanto nella solidarietà alla premier giunta solo dalla sua maggioranza politica e dai vertici parlamentari ma non dalle opposizioni, fatta eccezione per Matteo Renzi. Neppure da Elly Schlein, la segretaria del Pd accomunata dai dimostranti con le sue mani insanguinate ai politici ostili alla Palestina e, più in generale alla pace.

Un’altra notizia sta nel contributo particolare che l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nella sua veste attuale di presidente del Movimento 5 Stelle e di “pilastro dell’alternativa”, fornisce ormai, volente o nolente, al clima d’odio che si diffonde fra strade e piazze d’Italia. E persino in Parlamento sparando contro la premier e il governo parole come proiettili.

Della Meloni l’aspirante alla sua successione ha appena parlato in modo incendiario come della “beniamina dei poteri transnazionali”. Gli manca ormai solo di evocare pure lui, come le brigate rosse ai loro tempi nei deliranti documenti delle loro campagne di morte, il famigerato acronimo Sim, inteso come Stato imperialista delle multinazionali. Conte allora aveva poco più di dieci anni nella sua Volturara Appula, neppure dodici all’epoca del sequestro di Aldo Moro fra il sangue della scorta, come in un mattatoio, e poi anche del suo assassinio.

Mi chiedo sommessamente, e con tutto il rispetto personale e istituzionale dovutogli, se il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ritenga di dovere spendere qualche parola di fronte anche a tanto scempio. Commesso a Milano e altrove in nome addirittura della pace e della libertà. Uno scempio che sulle prime pagine dei maggiori giornali arriva con l’evidenza di qualche incidente stradale. E su altre ormai neppure si affaccia, come oggi sulla Stampa, sul Fatto Quotidiano, sul Messaggero, sul Mattino, su Avvenire, su Domani, sul manifesto e addirittura sul Tempo di area governativa e sul Secolo d’Italia leggendo e diffondendo il quale è cresciuta la premier.

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