
Più che kit della emergenza o della resilienza, come se lo sta intestando a Bruxelles la belga Hadja Lahbib, commissaria europea per la gestione delle crisi, con medicinali, viveri, batterie elettriche ed altro in grado di garantire tre giorni di sopravvivenza, lo chiamerei il kit della paura. Forse ancora più espressivo e diretto del piano di “riarmo” o “Prontezza 2030” intestatosi dalla presidente tedesca della Commissione europea Ursula von der Leyen. E passato in Parlamento a Strasburgo spaccando trasversalmente le rappresentanze italiane, di maggioranza e di opposizioni, doverosamente al plurale perché divise fra di loro, e persino al loro interno, nella prospettiva un po’ velleitaria, almeno sinora, di un’alternativa al centrodestra guidato da Giorgia Meloni.
In attesa della pace che Trump e Putin si sono quanto meno proposti di imporre perseguendo nuovi equilibri internazionali, dopo quelli superati definiti 80 anni fa a Yalta dai vincitori della seconda guerra mondiale, compresi i russi che ne avevano favorito l’esplosione o l’avvio accordandosi con la Germania di Hitler per spartirsi la Polonia; in attesa, dicevo, di una pace confezionata da Trump e Putin, l’Europa cerca di non essere, o di non essere solo quella dei “parassiti” avvertiti dal presidente americano, stanco -si dice- della difesa fornita loro dall’America dei suoi predecessori.

La paura è una “emozione primaria, intensamente spiacevole”, dicono i dizionari della lingua italiana. Spiacevole ma non inutile, per quanto spesso cavalcata da malintenzionati che ne vorrebbero approfittare per ricavarne voti, potere e quant’altro. Non inutile, anzi necessaria per non lasciarsi sorprendere da pericoli reali, non inventati. E la Russia di Putin è un pericolo per l’Europa, non solo per l’Ucraina, anche se Trump non l’avverte. O l’avverte con l’indifferenza che gli procura quell’oceano la cui insufficienza il presidente ucraino Zelensky ebbe il coraggio di sottolineare parlandogli alla Casa Bianca in una specie di diretta televisiva, mandando il padrone di casa su tutte le furie. Ma poi arretrando anche lui dalle sue posizioni e scommettendo, forse, in qualche errore di Putin che faccia anch’esso perdere la pazienza al presidente americano.
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