
Sarà di improbabile riuscita, vista l’”ipocrisia” messa nel conto dallo stesso proponente, ma è di una intuizione insieme felice e drammatica -quasi un ossimoro- la rinuncia suggerita da Pierluigi Battista oggi sul Foglio alla Giornata della Memoria, con le maiuscole che ancora le spettano nell’anagrafe delle ricorrenze. Fissata a livello internazionale per il 27 gennaio in ricordo della liberazione del campo di concentramento degli ebrei ad Aushwitz effettuata dalle truppe russe alla fine della seconda guerra mondiale.

Quanto poco sia rimasto in realtà di quella Memoria, sempre al maiuscolo pensato da chi la volle imprimere nella Storia, anch’essa al maiuscolo, lo abbiamo visto e lo vediamo con l’antisemitismo tornato nelle piazze, nelle strade, nelle scuole e nei cosiddetti tribunali internazionali e dintorni. Dove il genocidio sarebbe non quello rivissuto il 7 ottobre 2023 col pogrom di Hamas in territorio israeliano ammazzando, ferendo e sequestrando ebrei, ma la reazione d’Israele per cercare di neutralizzare gli arsenali di guerra nascosti sotto le case, gli ospedali, le scuole, le chiese di Gaza, con la popolazione ridotta a tragico scudo dei terroristi. Che sono forniti addirittura di una polizia tornata adesso, a tregua concordata e iniziata con le pressioni della ex e della nuova amministrazione americana, presidiare rovine e traffico in quella terra devastata. Dove è facile prevedere più una ripresa del fuoco che una pace vera pur dopo più di quarantamila morti.

Se non si avrà la forza di disertare lunedì prossimo la Giornata della Memoria, come ha proposto Pierluigi Battista, Pigi per gli amici, si avverta almeno la decenza di portare e alzare cartelli su una memoria aggettivata. Una memoria “ipocrita” o “perduta”, secondo le parole suggerite dal Foglio nella titolazione dell’articolo di Pigi, o tradita. Anche a livello dell’Onu, dove nacque l’idea di questa Giornata, prima che arrivassero e prevalessero gli smemorati. O i traditori, ripeto.
Lascia un commento