Quel Bettini “moderato” che nel Pd fa rima con Franceschini

Dal Dubbio

La recensione del romanzo fresco di stampa dell’ex ministro Dario Franceschini “Aqua e tera” ha fornito a Goffredo Bettini, sull’Unità di Piero Sansonetti, l’occasione di mandare qualche messaggio in bottiglia, diciamo così, al Pd e dintorni alla vigilia di elezioni regionali -fra Liguria, già domenica prossima, e Umbria ed Emilia-Romagna fra meno di un mese-da cui potrebbero derivare sorprese alla segretaria del Nazareno Elly Schlein. Che ha subìto il veto posto da Giuseppe Conte, compreso o condiviso tuttavia anche da Bettini, contro la partecipazione di Matteo Renzi a un comune campo dell’alternativa al centrodestra, e potrebbe risentire degli effetti.

Dario Franceschini

         La storia raccontata da Franceschini dell’amore fra due donne nella sua terra ferrarese durante la prima metà del secolo scorso  ha commosso giustamente Bettini ravvivando un’amicizia e una sintonia politica con l’autore sino all’entusiasmo. “Da collega stimabile -ha scritto di lui- negli ultimi anni gli sono diventato amico. E ho più volte intuito che dietro e oltre le convinzioni politiche c’erano in lui comandamenti interiori. Il valore della democrazia, un cristianesimo solidale, un’assenza di pensieri irremovibili o di odio, un realismo niente affatto cinico ma comprensivo delle debolezze umane, una pazienza per le cose del mondo che richiama dimensioni più importanti degli errori e dei difetti degli altri. Tutto questo presuppone un serbatoio nascosto di passioni, pensieri, sentimenti e di una fede vissuti in silenzio, dietro le quinte dei palcoscenici. E, tuttavia, essenziali per rendere migliore la parte “febbrile” del fare, per dirla con Pietro Ingrao”.

         Parole del genere Giuseppe Conte, pur promosso nel 2020 da Bettini al “punto di riferimento più alto dei progressisti”, credo che non riuscirà mai ad ottenerle, anche al centesimo romanzo che dovesse scrivere. Eppure penso che Bettini abbia pensato anche al radicalismo di certe posizioni di Conte quando ha scritto, sempre a proposito della storia dell’amore fra le due donne del Ferrarese, i danni procuratisi dalla sinistra negli anni Venti del 1900 chiudendo gli occhi davanti ai problemi maggiormente avvertiti dalla società, come quelli della sicurezza, lasciandoli solo all’attenzione e alla cura della destra. Come oggi quelli, sempre della sicurezza, legati all’immigrazione clandestina.         

Goffredo Bettini sull’Unità

Senza “misura e pietà” nella pratica dell’opposizione “il risultato può essere spaventare, senza vincere”, ha scritto Bettini ricordando anche quanto Luigi Fabbri scrisse di quegli anni 20 del secolo scorso: “In Italia si è avuta la contro-rivoluzione senza rivoluzione, una vera e propria contro-rivoluzione preventiva”. Ho scritto della pratica dell’opposizione: anche di quella giudiziaria, direi, che certi magistrati esercitano con le loro sentenze e le loro polemiche forse senza neppure accorgersene. Così, per istinto, per cultura, per fraintendimento del loro ruolo e dei rapporti con la politica.

Pubblicato sul Dubbio

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