La Meloni risparmiata -sinora- nel processo a Spalletti per l’Italexit del calcio

Liliana Segre

         Non tutto allora è perduto -o non lo è ancora- nel clima politico italiano, diventato così torrido fra aule parlamentari, sezioni di partito addirittura giovanili, piazze e dintorni- da aver fatto appena temere alla senatrice a vita Liliana Segre di poter essere cacciata, anzi deportata da ebrea a più di novant’anni, dopo esserlo stato a tredici scampando miracolosamente all’olocaus

Vignetta dalla Stampa

         Non tutto è perduto se nel “processo a Spalletti” annunciato su qualche giornale per l’Italexit vignettistico della Stampa, dopo l’uscita della squadra nazionale dai campionati europei di calcio, battuta 2 a 0 dalla Svizzera, non è stata ancora coinvolta – come si dice nelle cronache giudiziarie- la premier Giorgia Meloni. Che resta solo indagata, imputata e quant’altro per avere “isolato” l’Italia ai vertici dell’Unione Europea, non essendosi adeguata al tris indicato, proposto, deciso soprattutto dal presidente francese Emmanuel Macron e dal cancelliere tedesco Olaf Sholz. Che hanno destinato la tedesca e popolare -intesa come partito- Ursula von der Leyen alla conferma alla presidenza della Commissione, il socialista portoghese Antonio Costa alla presidenza del Consiglio e l’estone lberale Kaja Kallas all’Alto Commissariato per la politica estera e la sicurezza. Anche se la politica estera comunitaria è solo un’ambizione, non certamente una realtà, ciascun paese dell’Unione tenendosi stretta la propria.  

Dal Fatto Quotidiano

         La Meloni insomma, grazie alla sorprendente generosità delle opposizioni, anche di quelle estreme, e altrettanto  sorprendente compattezza della maggioranza, senza distinzioni verbali e mimiche fra il vice presidente forzista del Consiglio e il vice presidente leghista, può sentirsi non responsabile pure lei degli “azzurri di vergogna” alla berlina in fondo alla prima pagina del solito Fatto Quotidiano.

Dal Giorno, Resto del Carlino e Nazione

         L’Eurostrazio, come lo hanno definito all’unisono Il Giorno, il Resto del Carlino e La Nazione del gruppo editoriale Monti Riffeser, è circoscritto al pallone, anche grazie al fatto che l’Italia continua ad eccellere -come orgogliosamente rivendicato su Libero dal direttore Mario Sechi- in altri settori o specialità sportive, medagliate d’oro, d’argento e d’altri preziosi metalli o simili. Al Quirinale continueranno a poter essere accolti e festeggiati altri campioni, in attesa che tornino anche quelli del calcio.

Dalla Verità

         Ma ora la Meloni, per cortesia, non si monti la testa e non si abbandoni a chissà quali iniziative e dichiarazioni. L’ha fatta franca mediaticamente solo sino ad ora. Non è detto che la follia non torni alla sua ordinarietà politica e lei non finisca coinvolta, sia pure in ritardo, nel già citato processo a Luciano Spalletti. E non si ritrovi in condizioni peggiori di quelle previste già per stasera in Francia per il presidente della Repubblica ricorso alle elezioni anticipate, come un qualsiasi giocatore d’azzardo, dopo la sconfitta nelle europee dell’8 e 9 giugno.  

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