Cronache un pò surreali al di là e al di qua dell’Oceano Atlantico

Joe Biden

         Oddìo, che succede? Il fascismo così a stento trattenuto in Italia dagli avversari del governo Meloni, che ne vedono l’ombra e sentono la puzza di giorno e di notte, qualsiasi cosa dica la premier, anche quando riconosce nel centenario dell’ultimo discorso di Giacomo Matteotti il suo assassinio per mano fascista, è improvvisamente sbarcato negli Stati Uniti fra le proteste di Donald Trump. Che ne ha visto il segno e sentito la puzza, pure lui, nella condanna appena subita per i suoi pasticci fra sesso e politica che rischiano -ahimè- di azzopparlo nella corsa per il ritorno alla Casa Bianca al posto di quello “stupido” che ora vi lavora: Joe Biden.

Fabio Panetta

         Il fascismo, questa volta rientrando in Italia, si è fatto avvertire nel palazzo della Banca d’Italia. Dove il governatore Fabio Panetta nella sua prima relazione annuale ha regalato all’uditorio “Considerazioni Finali”, al maiuscolo della tradizione, “e pre elettorali”, al minuscolo: parola di Massimo Giannini, naturalmente su Repubblica.

Da Repubblica

         La colpa di Panetta sarebbe a monte, diciamo così. La sua scommessa sul destino per niente declinante dell’Italia, che è nella “crescita” vantata da Libero diretto dall’ex portavoce di Palazzo Chigi Mario Sechi, come ricordano o gli rinfacciano spesso nel salotto televisivo di Lilli Gruber che lo invita spesso per le sue edizioni di tutti contro uno; la colpa di Panetta, dicevo, è di essere arrivato al vertice della Banca d’Italia dopo essere stato corteggiato dalla Meloni come ministro dell’Economia.

Marina Berlusconi

         A poche centinaia di metri di distanza dalla Banca d’Italia, in salita, c’è il Quirinale. Dove l’imprevedibile Sergio Mattarella, distraendosi o sciogliendosi dal “gelo” attribuitogli nell’approccio alle riforme costituzionali o soltanto ordinarie del governo Meloni, ha nominato fra i nuovi Cavalieri del Lavoro addirittura Marina Berlusconi. Sì, proprio lei, la figlia di Silvio, ai cui funerali di Stato l’anno scorso Mattarella partecipò con la solita compostezza. Un Berlusconi, pure lui a suo tempo Cavaliere del Lavoro, cui neppure da morto l’antifascismo militante ha perdonato di avere sdoganato fra il 1993 e il 1994 l’ancòra Movimento Sociale di un Gianfranco Fini cresciuto alla scuola di Giorgio Almirante. Del quale si potevano accettare di nascosto i voti in Parlamento, durante la cosiddetta prima Repubblica, solo quando servivano ad eleggere un capo dello Stato sgradito alla sinistra. E quando li si erano accettati anche per l’appoggio al governo di Fernando Tambroni, peraltro concepito al Quirinale per preparare addirittura il centrosinistra, tutto era finito nel sangue sulle piazze.

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano

         Tacitaniamente, dallo storico, oratore e senatore romano Tullio Cornelio Tacito, il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio ha commentato il Cavalierato “ereditario” della figlia di Berlusconi scrivendo che ormai “bisognerà anche ricalibrare l’allarme sul premierato”, perché “qui siano in pieno feudalesimo”. Mattarella insomma si è giocato il terzo mandato. 

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