La parabola della satira oscena del Fatto Quotidiano di Marco Travaglio

Dal Fatto Quotidiano del 22 marzo

         Dal culo di Riccardo Mannelli- scusate la franchezza volgare-  opposto qualche giorno a Giorgia Meloni in un desiderio dichiarato di “interlocuzione” con una premier che ha soprattutto il torto di occupare a Palazzo Chigi il posto che fu di Giuseppe Conte, prima dell’intermezzo di Mario Draghi anch’esso naturalmente sgradito; dal culo, dicevo, di Riccardo Mannelli Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio è passato oggi, con oscenità solo apparentemente minore, al missile israeliano firmato da Mario Natangelo sulla “edizione 2024” dell’ultima cena di Gesù Cristo.

         Gli ebrei insomma restano sempre quelli di più di duemila anni fa, implacabili contro Gesù nel frattempo rifugiatosi a Gaza e mescolatosi alla popolazione che fa, volentieri o no, da scudo al terrorismo che ha i suoi depositi e le sue artiglierie nei sotterranei.

Parigi 2015, dopo l’assalto a Charlie Hebdo

         E’ libertà di satira stampata, verso la quale naturalmente non si auspica, neppure nella versione italiana, il trattamento riservato dagli islamici nel 2015 alla versione francese di Charlie Hebdo, con 12 morti fra i quali il direttore del giornale parigino. Ma è una libertà -ripeto come qualche giorno fa scrivendo del culo di Mannelli- della quale si potrebbe fare a meno. Lo dimostra d’altronde la fuga dei lettori dalle edicole o, se preferite, la fuga delle edicole dal vuoto con chiusure imposte dalla irreversibile crisi, ormai, dei giornali. Compreso quello di Travaglio, che pure pensa di essere il meglio fico del bigonzo.   

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