Conte adatta alle 5 Stelle la spinta propulsiva della rivoluzione di Lenin

Dal Dubbio

   Democristiano fra i democristiani emeriti, sino a celebrare una volta in un teatro campano il compianto Fiorentino Sullo. Progressista fra i progressisti, sino a guadagnarsi il grado più alto dall’allora segretario del Pd Nicola Zingaretti. Grillino fra i grillini sino a degradare di fatto Beppe Grillo da fondatore a garante e a consulente a contratto. Avvocato tra gli avvocati sino ad assumere la difesa del “popolo” nel suo complesso, non bastandogli i singoli affidatisi ai suoi uffici. A sinistra più a sinistra di quelle vecchie e nuove di matrice comunista e non, Giuseppe Conte è riuscito in una intervista al Corriere della Sera a recepirne e rappresentarne “la spinta propulsiva”. Che pure nel 1982 il povero, esausto Enrico Berlinguer dichiarò “esaurita” commentando in televisione la gestione militare di quel che era rimasto del comunismo in Polonia, dopo gli scioperi di Lech Valesa e le preghiere, quanto meno, del lontano ma molto avvertito Papa polacco regnante a Roma. Giovanni Paolo II.

    Dal comunismo che fu, e che ancora cerca di essere in Asia e in Africa, la Meloni permettendo quando riuscirà a realizzare il piano Mattei, l’ex premier grillino ha fatto senza volerlo tante stelle da aggiungere a quelle che lui presiede in terra, o della terra.  E ne ha gà cominciato a difendere la spinta propulsiva -ripeto- da quanti la minacciano ponendogli condizioni persino belliciste per la ricomposizione del famoso “campo largo”. Al centro del quale, il più tardi possibile, sarà magari eretto un monumento per custodirvi i suoi resti mummificati, come Lenin. La cui teca -lo confesso- mi procurò qualche emozione quando mi capitò di visitarla in una fila che non si era ridotta con la falce e  il martello appena rimossi dalla cupola del Cremlino per lasciarvi sventolare solo la bandiera russa, non più rossa. 

    Non vorrei che il mausoleo del Conte travestito da Lenin finisse per sorgere a Volturara Appula, il suo paese natale, terra una volta di serpenti e avvoltoi. Una volta.

Pubblicato sul Dubbio

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