Antonio Di Pietro, 75 anni da compiere in ottobre, e Massimiliano Fuksas, 81 anni compiuti a gennaio, possono ben considerarsi due esperti nella valutazione di quell’inchiesta giudiziaria a Milano che si sta chiamando “Grattacieli puliti”, evocando in qualche modo le “Mani pulite” di 33 anni fa: gli uni e le altre accomunati dal proposito di eliminare lo sporco della corruzione.
L’ex magistrato simbolo delle mani pulite, Di Pietro appunto, e l’architetto tra i più famosi nel mondo, Fuksas, si sono pronunciati con uno scetticismo persino sarcastico su quanto è accaduto e sta accadendo nella Milano una volta da bere e ora da abitare, dicono quelli che la considerano proibitiva per i prezzi ai quali la speculazione avrebbe portato le vendite e gli affitti degli appartamenti.
Di Pietro, parlandone col Foglio, ha detto che i grattacieli puliti “non c’azzeccano niente” con le sue mani pulite e ha esortato gli ex colleghi inquirenti a rendersi conto che quei palazzi che già svettano nel cielo di Milano o che si vorrebbero aggiungere non sono cose da “geometri di Canicattì”.
Fuksas ha ricordato agli stessi inquirenti insorti a difesa di leggi e regolamenti finiti sotto i piedi di progettisti, costruttori e amministratori comunali, a cominciare dal sindaco indagato con più di settanta persone, che “in Italia abbiamo 170 mila leggi, in Francia ne hanno 6500, in Germania circa 7000”. “Abbiano più leggi di tutti, e poi abbiano tutti i regolamenti attuativi, e poi i regolamenti attuativi dei regolamenti attuativi, ma il piano regolatore è ancora quello del 1942”, ha continuato Fuksas non per fare dell’antifascismo.
Quando l’intervistatrice di Domani ha tentato di esaltare il cantiere giudiziario, chiamiamolo così, Fuksas l’ha fulminata dicendole che “la magistratura è un epifenomeno”, cioè “un fatto accessorio, la cui presenza o assenza non incide sull’esplorazione di un dato fenomeno”, spiega il dizionario della lingua italiana “La magistratura -ha detto Fuksas- può trovare un reato, ma i buoi sono usciti dalla stalla”. “La corsa” agli affari, ai guadagni, alla spersonalizzazione della proprietà edilizia, per cui chi prende in affitto (caro) una casa raramente riesce a conoscerne il padrone, “si sospende per un attimo, si gira la pagina, si guarda da un’altra parte”. “La gente si annoia dei vostri articoli”, ci ha gridato in faccia Fuksas.
Sul piano più strettamente politico, infine, deve essere apparso sinistro a Sala – incoraggiato dal suo partito, dopo qualche esitazione, e comunque a certe condizioni, a proseguire il suo lavoro sino alla conclusione del mandato- l’avvertimento mandatogli, in una intervista al Tempo, dall’ex sindaco di Roma Ignazio Marino. E’ quello di “non fidarsi del Pd” perché la sua abitudine sarebbe di piegarsi “alle convenienze” di turno. A prescindere dai segretari in carica.
Pubblicato sul Dubbio