Tutti in attesa, almeno in apparenza, di quello che il sindaco Beppe Sala dirà domani al Consiglio Comunale di Milano sulla prosecuzione o meno, e in quali condizioni il suo secondo mandato, fra due anni. Cui comunque non potrebbe seguirne per legge un altro consecutivo. In quali condizioni, perché la solidarietà espressagli dal Pd per telefono dalla segretaria nazionale e per comunicati dalla sede ambrosiana non è stata appunto incondizionata.
Sala sarebbe comunque tenuto a una correzione di rotta, accettando, fra l’altro e di fatto, la cogestione della politica urbanistica della città con gli uffici giudiziari. E con le loro interpretazioni di norme e regolamenti, di cui inutilmente sono state tentate modifiche in sede parlamentare col sostanziale ma insufficiente aiuto del governo. All’interno della cui maggioranza si sono fatte sentire resistenze, a dir poco, pari a quelle dello schieramento variegato di opposizione.
Quello che si sta guardando in queste ore continua ad essere il dito di Sala. Quello che non si guarda, o si guarda meno, è la luna. Che è costituita dal futuro cui il sindaco ambiva sino all’altro ieri, o cui lo volevano destinare gli amici, di cosiddetto federatore di un campo largo dell’alternativa al governo nazionale. Un campo largo: esteso da Matteo Renzi, che come segretario del Pd lo aveva spinto al vertice dell’amministrazione comunale di Milano, a Giuseppe Conte. Che si è affrettato a precisare, appena è scoppiata la vicenda giudiziaria con una settantina di indagati, fra lo stesso Sala, e alcuni candidati alle manette, di non intendere fare “sconti a nessuno”, neppure al sindaco attuale di Milano, pensando non alla sua giunta, che prescinde dalle 5 Stelle, ma appunto all’ipotesi di trovarselo tra i piedi fra due anni come concorrente a Palazzo Chigi.
Questo e non altro -neppure il tanto decantato interesse per la Milano diventata troppo cara anche per il ceto medio, allontanato nelle periferie più accessibili per gli affitti- è il terreno politico su cui si sta svolgendo l’offensiva nominalmente giudiziaria.