Landini si arruola nel trumpismo e incita gli italiani alla “rivolta sociale”

Neppure tanto inconsapevolmente ispirato da Donald Trump, avendone attribuito la vittoria nella corsa per il ritorno alla Casa Bianca alle “condizioni di vita delle persone” negli Stati Uniti, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha incitato gli italiani, in condizioni ancora peggiori degli americani, alla “rivoluzione sociale”. Il cui percorso potrebbe o dovrebbe evidentemente cominciare il 29 novembre con lo sciopero generale proclamato dalla stessa Cgil, insieme con la Uil, contro il governo di Giorgia Meloni. Che nella distorsione dialettica di quello che si sente il vero capo delle altrettanto vere opposizioni apparterrebbe abusivamente, persino guidandolo a livello europeo, al mondo politico dei conservatori rappresentato a livello mondiale dal tycoom spinto di nuovo alla Casa Bianca da una maggioranza superiore a tutte le attese o a tutti i timori.  Secondo le preferenze di chi, rispettivamente, festeggia o s’incupisce per i risultati delle elezioni d’oltre Oceano.

La vignetta del Secolo XIX

         Il trumpismo di Landini riflette come meglio non potrebbe la confusione della politica italiana, colta anch’essa di sorpresa dalle dimensioni della vittoria di Trump, anche nel centrodestra dove maggiormente essa era stata prevista o attesa, come nella Lega di Matteo Salvini e tra i fratelli d’Italia della premier, pur pronta -secondo i soliti retroscenisti con tanto di analisi persino geopolitiche- ad accontentarsi anche di una vittoria, magari ai punti, di Kamala Harris. Che addirittura avrebbe dovuto convenirle di più. Ah, che cosa non si riesce a pensare e, peggio ancora, a scrivere alla vigilia delle elezioni.

La vignetta di ItaliaOggi

         Il capogruppo del partito della Meloni alla Camera Tommaso Foti, sempre dondolante davanti alle telecamere con la mano sinistra infilata nella tasca dei pantaloni,   è quello che paradossalmente ha preso più sul serio il trumpismo di Landini, pur contestando al segretario generale della Cgil l’aumento di stipendio appena strappato al suo sindacato per migliorare, diciamo così, le proprie condizioni di vita minacciate dal governo. In particolare, Foti ha intravisto aspetti penali nella “rivolta sociale”, ripeto, auspicata da Landini. Che probabilmente conta pure lui, come i migranti clandestini che provengono dall’Egitto e dal Bangladesh, sulla protezione della magistratura italiana, o almeno di quella che sta praticando l’”opposizione giudiziaria” -ricordate?- preannunciata un bel po’ di tempo fa dal ministro della Difesa Guido Crosetto, allarmato da segnali che lo riguardavano personalmente. Ah, com’è di casa il paradosso nella politica italiana.

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