
In ritardo insolito, ma lieve, rispetto all’abituale immediatezza dello sdegno per notizie vissute quanto meno come scomode, se non tragiche, Marco Travaglio ha reagito a suo modo sul Fatto Quotidiano di oggi all’assist ottenuto dalla premier Giorgia Meloni con la rivendicazione, da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dei miglioramenti della situazione economica. E con le pubbliche doglianze per le agenzie internazionali di rating pur autorevoli che ignorano, sottovalutano o persino negano la realtà italiana: doglianze precedute peraltro dalla pubblica protesta, sempre di Mattarella, contro la deriva razzista della polizia del nostro Paese denunciata da un organismo del Consiglio d’Europa. Che ormai vive solo della confusione che se ne fa con l’Unione Europea. “Il Colle si muove per alzare il rating”, ha titolato in rosso Il Foglio riferendo del “filo patriottico che lega Mattarella, Meloni e Panetta nel pressing sul giudizio di Moody’s”. E registrando “fra Mattarella e Meloni un rapporto assai più disteso di quello che non possa apparire”.

Marco Travaglio ha cercato di fare pagare caro a Mattarella, che già di suo non gli è mai stato molto simpatico, l’assist all’odiato governo in carica. E gli ha riservato il solito, sarcastico trattamento sul versante delle onorificenze che passano per il Quirinale, contestandogli in particolare quella di Cavaliere del Lavoro appena consegnata di persona a Marina Berlusconi. Che nella storia vista e raccontata da Travaglio starebbe al padre Silvio come Edda a Mussolini. “Marina, in arte Edda”, si è autotilolato l’editoriale il direttore del giornale, credo, orgogliosamente più fazioso d’Italia, non volendolo con ciò offendere ma semplicemente rilevare la sua partigianeria.

Ecco l’incipit, dopo il titolo, dell’editoriale di Travaglio: “E’ con il cuore ricolmo di orgoglio patriottico che apprendiamo dai Cinegiornali Luce quanto segue: Sua Eccellenza Sergio Mattarella ha conferito il Cavalierato del Lavoro a Marina Berlusconi, figlia di cotanto pregiudicato, pluri-prescritto, frodatore fiscale, corruttore di giudici e finanziatore della mafia che uccise Piersanti Mattarella (fratello di Sua Eccellenza”.

Caspita, questa di avere potuto commissionare, o quasi, magari inconsapevolmente, l’omicidio di Piersanti Mattarella nel 1980, prima ancora delle stragi mafiose del 1992 e 93 propedeutiche -secondo ex magistrati portati in Parlamento da Giuseppe Conte, “l’uomo politico più sottovalutato nel mondo”, ha scritto ieri lo stesso Travaglio occupandosi di altro- non l’avevo ancora sentita. E se l’era dimenticato il medesimo Travaglio nel racconto pur critico della partecipazione di “Sua Eccellenza” il Presidente della Repubblica in carica, l’anno scorso, ai funerali di Stato spettanti e assegnati all’ex presidente del Consiglio.



