
Non dico che si stia incartando, visti i sondaggi che lo premiano, ma sicuramente il governo ha problemi crescenti sul piano mediatico. Adesso c’è anche il conflitto esploso, anzi riesploso, con la magistratura per l’attacco di Giorgia Meloni al processo contro Matteo Salvini per il presunto sequestro di cinque anni dei migranti sulla nave Open Arms. La premier si è fermata alla richiesta “incredibile” dell’accusa di sei anni di carcere all’imputato, senza attendere la sentenza. E rendendola probabilmente più vicina alla condanna per la paura che potrebbero avvertire i giudici di essere condizionati dalla protesta della presidente del Consiglio. L’associazione nazionale dei magistrati ha subito intinto il cucchiaio in questa minestra.

Tuttavia le opposizioni rincorrono il governo nei guai e finiscono per superarlo perché i loro guai, appunto, sono l’antidoto migliore ai malanni del governo. Non a caso si sono appena levate contro la crisi delle opposizioni due voci che nel Pd non potrebbero essere più lontane per temperamento e contenuti: quelle di Romano Prodi in un “colloquio” con Fabio Martini, della Stampa, e del governatore della Campania Vincenzo De Luca in una intervista al direttore del Foglio Claudio Cerasa, ammirato della melodia scatenata del suo interlocutore, facendone il titolo in inglese: unchained.

Prodi ha ricordato a distanza alla sua amica Elly Schlein -che esordì politicamente promuovendo l’occupazione delle sedi del Pd quando l’ex premier mancò l’obiettivo del Quirinale per i “franchi tiratori” del Nazareno nella votazione parlamentare- chiedendole: “Ma l’alternativa dov’è?”. “Nel governo -ha detto Prodi- sono emersi fenomeni di scollamento e di tensione ma poi, quando abbiamo letto gli opionion polls, abbiamo scoperto che la maggioranza tiene”, al contrario della Schlein che nei sondaggi è risultata penalizzata.

Vincenzo De Luca, dal canto suo, anche lui critico col governo, sostenendone comunque il designato alla nuova Commissione europea, ha contestato già nel nome il progetto di alternativa coltivato dalla Schlein. “Il campo largo, che brutta espressione”, ha detto. E quando Cerasa gli ha ricordato i nomi anch’essi campestri di altre alleanze a sinistra, come l’Ulivo dei primi tempi di Prodi, lui lo ha interrotto dicendo: “Tutti ottimi simboli. Ma di sconfitte elettorali”, o di successi effimeri, con governi di breve durata e/o scioglimenti anticipati delle Camere.

“Quando terminiamo di ragionare -ha detto ancora De Luca riferendo dei rapporti con gli elettori- la domanda che ci fanno è sempre la stessa: l’alternativa a questo governo qual è?” “L’alternativa non c’è”, ha risposto da solo aggiungendo che “questo è il problema”. Appunto.

Fra le opposizioni c’è comunque qualcuno messo peggio della Schlein: l’aspirante campista Matteo Renzi e, all’altro estremo, Giuseppe Conte, vaffanculato dal garante del suo movimento Beppe Grillo, direbbe lo stesso Grillo con il suo linguaggio.