Non vi sono chiavi per chiudere il caso dell’ex ministro Sangiuliano

         “Il caso non è chiuso” , annunciava ieri la Repubblica, nonostante Gennaro Sangiuliano si fosse dimesso e fosse stato già sostituito dal nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli. “Il caso non deve essere chiuso”, voleva in realtà titolare il giornale dell’opposizione, rinunciandovi solo per non aumentare le parole e ridurne il corpo.

La vicenda continua a occupare i giornali e la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che ha dovuto parlarne a Cernobbio, rispondendo al direttore del Corriere delle Sera fra segni di disapprovazione del pubblico qualificato dello storico forum Ambrosetti non per quello che diceva, confermando la chiusura appunto dell’incidente, ma per il fatto stesso di doverne sentire parlare, ritenendo l’argomento non chiuso ma sepolto.

Maria Rosaria Boccia

         A volere tenere aperto il caso, prima ancora della magistratura che dovrà occuparsene per gli esposti già arrivati e in arrivo, fra i quali quello dello stesso ex ministro, sono le opposizioni fidando sulla stessa magistratura e sulla ex o mancata consigliera, assistente, amante di Sangiuliano, Maria Rosaria Boccia. Che non molla la presa delle sue vittime, in un elenco che ormai comincia non più con l’ex ministro da lei ritenuto bugiardo, reticente e quant’altro, e neppure con la moglie “capricciosa” che gli avrebbe imposto, prima ancora degli uffici del Ministero della Cultura, la rinuncia alla nomina già firmata a consigliera per i grandi eventi, ma con la presidente del Consiglio. Alla quale, per quanto appena dichiaratamente votata nelle ultime elezioni, apprezzandola politicamente, ha infilato ”i guantoni” per criticarli. Guantoni con i quali la premier l’avrebbe metaforicamente colpita denunciandone i modi, diciamo così, di scalare la notorietà e di perseguire il successo, diciamo così, di genere.

         La difesa della Boccia da parte delle opposizioni politiche e mediatiche, che pure avrebbero dovuto attaccare quella nomina da lei rivendicata avendo contestato l’ex ministro per averla solo tentata, è arrivata a punti, a dir poco, paradossali in un salotto televisivo. Dove per ragioni di cosiddetta privacy o addirittura buon gusto, cavalleria e dintorni è stato letteralmente impedito a più di un ospite di parlare del matrimonio sfortunato della signora. Il cui ex marito, ancora in attesa di registrazione del divorzio  per una firma che la signora non trova mai il tempo da apporre nei competenti uffici, ne ha provate tante da esprimere tutta la sua solidarietà umana all’ormai ex ministro Sangiuliano, esortandolo ad aspettarsi ben più di quanto non gli sia già capitato. Finirà, poveretto, per scambiarsi pure lui per Giuliano Sangennaro, come giocano gli spiritosi col suo nome.

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