Quella ferocia di Hamas di nascondersi sotto gli ospedali e le case dei palestinesi

Altro che “alla cieca”, stampato dal manifesto sulle fiamme e sul fumo di Gaza bombardata dagli israeliani in preparazione dell’invasione di terra programmata dopo le stragi subite da quella direzione il  7 ottobre. E ritardata nel tentativo di ottenere nel frattempo la liberazione di più ostaggi possibili rapiti quel giorno dai terroristi palestinesi di Hamas e custoditi, si fa per dire, nei sotterranei della Striscia, con o negli arsenali e comandi militari. Il principale dei quali, o uno dei maggiori, è stato individuato dai noti mezzi sofisticati dell’esercito d’Israele, secondo le rivelazioni del portavoce, sotto il maggiore ospedale di Gaza, Al Shifa.

In quell’ospedale più ancora dei malati e dei feriti si trovano anche, come sardine, gli sfollati che hanno perduto le case e gli stessi miliziani di Hamas. I cui vertici naturalmente smentiscono perché non hnno ancora trovato la sfacciataggine di vantarsene, come di tante altre nefandezze compiute nella presunta lotta per la libertà della Palestina, a parole, e per il più reale e infame esercizio del diritto proclamato di sterminare gli ebrei. Come si era proposto di fare Hitler in una guerra interrotta dalla sconfitta militare e dal suo tardivo suicidio.

         Solo a raccontare il presente e a risalire al passato vengono brividi da raccapriccio. Che ho l’ingenuità di credere, o sperare, che prima o poi, tra una fiaccolata e l’altra, un comizio e una festa elettorale come quella celebrata di recente a Foggia per l’elezione della sua candidata a sindaco in un campo che lui ha preferito definire giusto anziché largo, anche Giuseppe Conte comincerà ad avvertire veramente. La speranza, si sa, à sempre l’ultima a morire.

         Prima o dopo anche l’ex premier, avvocato del popolo, Camaleonte e com’altro lo si voglia definire, non potendosi sottrarre quanto meno al dubbio, dovrà chiedersi se è più feroce, criminale, infame fare dei sotterranei di un ospedale una base militare, come un po’ tutto è diventato del resto il sottosuolo di Gaza amministrata e governata da Hamas, o doverlo colpire da parte di chi è costretto a difendersene.

Non sto chiedendo a Conte di infilarsi un elmetto al quale so quanto lui si senta allergico, vedendone un’infinità sulle teste degli altri, anche della segretaria del Pd Elly Schlein che frequenta fra piazze e bar, secondo le circostanze. Gli sto solo chiedendo di usare quel cervello custodito nella testa con la semplice protezione dei capelli per ragionare. Da umano, mi verrebbe voglia di aggiungere.

Ripreso da http://www.policymakermag.it

Il Conte largo di Foggia si è ristretto nella fiaccolata della pace a Roma

Largo, larghissimo, enorme o soltanto “giusto” che sia, come ha voluto definirlo  con apparente sobrietà Giuseppe Conte sul posto intestandoselo accanto alla sindaca appena eletta -dopo averne imposto la candidatura ad un Pd che pure precede ancora i grillini nelle urne-  il campo di Foggia si è già ristretto. Ne rimane solo l’ombra, o il ricordo dei titoli altisonanti di qualche giorno fa nella fiaccolata romana della pace per il Medio Oriente. Dove la pace per essere vera dovrebbe soddisfare secondo i promotori della manifestazione le attese non di Israele, dopo le migliaia di ebrei morti e feriti negli assalti terroristici di sabato 7 ottobre, ma di Hamas. Che continua a tenere nei sotterranei di Gaza gli ostaggi catturati una ventina di giorni fa e in superficie i palestinesi. I quali perdono vite e case ogni giorno per i missili che Hamas continua a sparare contro Israele, qualche volta con traiettorie autolesioniste, e quelli che Israele lancia su Gaza per neutralizzarne i depositi.

         Originariamente tentata solo dall’idea di non aderirvi personalmente, e quindi di non unirsi a Conte vi aveva messo il cappello, la segretaria Elly Schlein ha deciso di negare l’adesione del Pd, declassando a personali tutte le presenze di esponenti del partito invitati dall’Unità di Piero Sansonetti a esserci per “battere un colpo”. Anche a costo di fare affogare il povero Corrado Augias nelle lacrime di dolore e di rabbia che sta versando in questi giorni, tra dichiarazioni, articoli e interviste, sulla sinistra tenera con Hamas come i turchi. Il cui presidente Erdogan ne ha lodato i miliziani come “liberatori”, non terroristi. E pensare, caro Augias, che la Turchia è la frontiera meridionale della Nato. Che dovrebbe stare a Israele politicamente come, più a nord, all’Ucraina aggredita dalla Russia di Putin.

         La decisione di non limitare alla sua assenza la distanza dalla fiaccolata della pace sospetta filo-Hamas, con la richiesta di una cessazione delle ostilità della sola Israele e non anche dei terroristi che l’attaccano con i loro missili, è stata presa dalla Schlein consultando tutti i componenti della segreteria e altri esponenti del partito, fra i quali l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini e la deputata Lia Quartapelle. Ne ha scritto dettagliatamente sul Corriere della Sera Maria Teresa Meli. Ciò conferma il clima di preoccupazione, quanto meno, esistente nel Pd sui delicatissini temi della politica internazionale e dei rapporti col Movimento 5 Stelle. Cui molti lamentano che la Schlein stia concedendo troppo anche sul piano locale per coltivare un progetto di improbabile ripresa dell’alleanza a livello nazionale.

         Consumatasi la partita di Foggia con la sostanziale cessione della carica di sindaco alla candidata di Giuseppe Conte, che ne ha decantato il carattere “tosto” in dialetto pugliese nella festa dell’elezione, se ne sta sviluppando una alquanto scabrosa in Sardegna. Dove l’ex presidente Renato Soru ha appena avvertito che non accetterà di subire l’anno prossimo la candidatura di una grillina alla quale a Roma sarebbero state fatte già delle promesse. O Conte accetterà quello che rifiuta altrove, cioè il ricorso alle primarie per designare il candidato comune di una eventuale alleanza con i pentastellati, o Soru si presenterà da solo, anche a costo di spaccare il partito e di far vincere il centrodestra. E’ un po’ quanto intende fare in Campania, quando sarà il momento, il governatore uscente Vincenzo De Luca notoriamente sgradito alla Schlein.

Pubblicato sul Dubbio

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