Giuseppe Conte è rimasto senza Appendino, di nome e di fatto

         Neppure le dimissioni da vice presidente del MoVimento 5 Stelle prima adombrate o minacciate, poi formalizzate da Chara Appendino  reagendo all’indifferenza ostentata dal presidente Giuseppe Conte, che aveva  attribuito il malumore dell’ex sindaca di Torino alle fantasia e alle manovre dei soliti giornalisti scambiati del resto per pennidendoli  già dalla buonanima di  Ugo La Malfa nella lontana prima Repubblica; neppure le dimissioni, dicevo, di Chiara Appendino nel tentativo di dare una “scossa” autocritica al partito ha smosso dal suo torpore Beppe Grillo.

  Nel suo blog il comico genovese  continua a proporsi fotograficamente più o meno imbandierato come nel lontano 2021, col proposito di “andare lontano”, e di spingervi evidentemente gli amici, sul terreno ecologico. E’ solo l’ambiente ormai, non più la politica, come ai tempi del suo impegno di fondatore e garante del MoVimento 5 Stelle, che andrebbe disinquinato e salvato.

Conte, sembra di capire dagli umori elettronici di Grillo, può pure continuare ad avvolgersi nella tela dei suoi discontinui rapporti col Pd, nel campo a dimensioni variabili dell’alternativa al centrodestra, sino a rimanerne soffocato.  Comunque ridotto dalle 5 Stelle al 5 per cento dei voti, poco più poco o poco meno.

Il silenzio indifferente e lontano di Grillo dovrebbe tuttavia suonare alquanto sinistro anche all’Appendino. Che finendo di fare a Conte dell’appendino anche di fatto, e non solo di nome, si aspettava forse di dare una scossa anche a Grillo.

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