Vanno viste, credo, anche in apprezzabile controdendenza misericordiosa, in questo clima imperante di odio e violenza, dalle piazze ai palazzi o viceversa, come preferite, le quattro grazie appena concesse dal presidente della Repubblica ad altrettanti condannati. Rispettivamente, per parricidio in difesa della madre, omicidio di rapinatore in fuga, furto ed estorsione, estorsione e droga.
Fatti, gesti e contesti sono più importanti, credo, dei nomi. Che perciò ometto.
Grazie, per rimanere in tema, al Capo dello Stato che ha voluto anche cristianamente praticare la misericordia, ripeto, piuttosto che la vendetta, il perdono piuttosto che la ritorsione, la pace piuttosto che la guerra in termini concettuali.
In questo contesto è significativo anche il silenzio opposto su certe prime pagine di giornali muscolari, diciamo così, all’annuncio del Quirinale, I nomi, anche qui, sono meno importanti dei fatti.