Il maggior problema del guardasigilli Carlo Nordio- maggiore anche del processo che il tribunale dei ministri vorrebbe fargli per l’affare del generale libico Almasri, fatto rimpatriare e sfuggire all’arresto ordinato dalla Corte Internazionale Penale dell’Aja per crimini contro l’umanità- è il suo bicchiere secondo Marco Travaglio e imitatori, o seguaci, nel Fatto Quotidiano. Dove preferiscono i sobri agli ubriachi, o alticci. Come lo stesso Nordio, con ironia pari alla sua serietà o severità, lascia benevolmente farsi rappresentare dagli avversari ricordando che la buonanima del primo ministro britannico Winston Churchill, che lui ha studiato scrivendone spesso, “salvò l’Europa pasteggiando champagne e brandy”.
“Garrula” e “curiosa” è definita oggi sul Fatto Quotidiano, appunto, una lunga intervista quasi ferragostana concessa al Corriere della Sera da Nordio parlando anche dell’amicizia personale e familiare con Andrea Panatta, il campione dl tennis orgoglioso anche della possibilità di congiurare il suo socialismo dichiaratamente nenniano col liberalismo di Nordio di tendenza malagodiana. I due -Nordio e Panatta in ordine rigorosamente alfabetico- potrebbero insomma definirsi liberalsocialisti come i Rosselli. O come gli scomparsi Enzo Bettiza e Ugo Intini discutendone in un libro a ridosso dei due governi di Bettino Craxi, in cui socialisti e liberali si ritrovarono insieme dopo essersi contrapposti nelle prime edizioni del centro-sinistra, col trattino di Aldo Moro.
Sarà pure stata garrula e curiosa, ripeto, ma l’intervista di Nordio è rimasta sul gozzo a Travaglio e amici anche o soprattutto perché indicativa della tranquilla fermezza con la quale il ministro intende farsi approvare dal Parlamento la riforma della giustizia, comprensiva della separazione delle carriere di giudici e dei pubblici ministeri, e poi farla confermare dagli elettori nel referendum.