Una rimozione sorprendente

         Ma che succede a facebook? Un mio articolo sulla cena recente dei vertici europei a Bruxelles in apertura della partita per i nuovi assetti dell’Unione è stato rimosso ripetutamente, ogni volta che ho cercato di condividerlo. Non andava bene il titolo ispirato al famoso dramma di Sem Benelli e al film omonimo della cena delle beffe? Incredibile.

Fra il primo sì del Senato al premierato e l’ultimo della Camera alle autonomie differenziate

Titolo di Avvenire

         C’è chi si rassegna su posizioni critiche o preoccupate, espresse di recente dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana Matteo Zuppi, e titola realisticamente su Avvenire “Riforme al dunque” di fronte al primo sì del Senato al cosiddetto premierato e all’ultimo sì, definitivo, della Camera alle cosiddette autonomie differenziate delle regioni arrivato al termine di una seduta fiume imposta dall’ostruzionismo delle opposizioni.

Titolo di Repubblica

         C’è invece chi non si rassegna e sale metaforicamente in montagna titolando, come la Repubblica di carta, sul “Fronte dell’Opposizione”, al maiuscolo e al singolare, radunato dalla segretaria del Pd Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratojanni, Angelo Bonelli ed altri volenterosi nella piazza romana di ripiego nella protesta – intitolata ai Santi Apostoli- rispetto a quelle maggiori del Popolo e di San Giovanni.

In Piazza Santi Apostoli a Roma

         Questo spettacolo delle Camere che legiferano su proposta del governo e della maggioranza usciti dalle urne del 2022, e confermati da quelle del 9 giugno scorso per le europee, e delle piazze più o meno larghe o lunghe come il campo dell’aspirante alternativa, che si avvolgono nelle bandiere del no e della paura, sembra ormai destinato ad accompagnare la legislatura sino al suo compimento ordinario, nel 2027.

Il voto della Camera sulle autonomie

I primi 109 si del Senato all’elezione diretta del presidente del Consiglio, ferma restando quella parlamentare del presidente della Repubblica, e i 172 della Camera alle autonomie differenziate delle regioni, messe in Costituzione -non dimentichiamolo- dalla sinistra nel 2001 per travestirsi da federalista agli occhi di una Lega che stava tornando all’alleanza con Berlusconi, sono numeri reali. Quelli vantati dalle opposizioni in piazza, o pensando ai referendum da promuovere contro il governo, sono immaginari, ipotetici e quant’altro.

Mattarella ieri in Moldavia

         Il Paese nel frattempo dovrà fare i conti, senza contare -scusate la ripetizione- sulle opposizioni, neppure su quelle ombratili dei terzopolisti mancati di Carlo Calenda e Matteo Renzi, troppo impegnati a farsi la guerra tra loro, con i problemi che l’assediano. A cominciare dalle guerre ai confini o dentro l’Europa, come quella dell’Ucraina, su cui non passa quasi giorno senza che faccia sentire la sua voce il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che le opposizioni ritengono minacciato dal premierato. Una voce non certo ostile alla maggioranza com’era quella trent’anni fa, proprio di questi tempi, di Oscar Luigi Scalfato che convocava al Quirinale le maggiori autorità della Chiesa non per pregare insieme ma per chiedere ad esse aiuto contro il governo Berlusconi da lui stesso nominato a maggio. Una storia molto poco commendevole che uno dei convocati o invitati -il cardinale Camillo Ruini- ha appena confermato al Corriere della Sera nel silenzio assordante, e ancora più clamoroso, delle opposizioni di allora e di adesso. Che tristezza, per non dire scandalo.

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