I giornalisti migliori dei loro giornali alla conferenza stampa della Meloni

   Lasciatemi scrivere, una volta tanta con sollievo, che i giornalisti partecipanti alla conferenza stampa d’inizio d’anno della premier Giorgia Meloni hanno riscattato l’immagine dei quotidiani con le priorità date dai loro interventi ai problemi, chiamiamoli così, di attualità.

         Solo con la quindicesima delle 45 domande prenotate con il sorteggio è stato posto alla presidente del Consiglio il problema del deputato piemontese della destra Emanuele Pozzolo. Che è da giorni su tutte le prime pagine dei giornali per la pistola con la quale ha partecipato ad un veglione promosso dalla sorella del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Pistola dalla quale è partito un colpo che ha ferito, per fortuna non gravemente, il genero di un agente della scorta dello stesso Delmastro.

          Prima di questo problema, dopo un’ora e mezza di conferenza stampa , la Meloni ha dovuo parlare della sua eventuale candidatura alle elezioni europee,  del ricorso  ancora a tagli della spesa pnbblica per tenere in equilibrio i conti,  della competitiiità dell’Italia in tema di investimenti esteri, del nuovo patto europeo di stabilità, della mancata  ratifica del trattato del Mes, o fondo salva-Stati, di un posssibile confronto diretto televisivo con la segretaria del Pd, della compatibilità di un giudice della Corte dei Conti con le sue funzioni dopo avere auspicato l’esercizio provvisorio piuttosto che il bilancio dello Stato approvato dalle Camere, di migranti, della concorrenza reclamata dall’Unione Europea e disattesa con le norme sugli ambulanti e sui balneari, della  tassazione degli extraprofitti bancari, dell’’antisemitismo, delle privatizzazioni e della riforma costituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio.  

   Sollevata -credo- dalla serietà di questo lungo elenco di priorità,  la Meloni non ha esitato a deplorare il suo collega di partito “pistolero” . E ad annunciarne la sospensione chiesta dalla formazione politica dei “fratelli d’Italia” in attesa del procedimento da lei stessa reclamato presso il collegio dei probiviri. E naturalmente anche delle indagini giudiziarie che l’incauto deputato si è procurate.

         Con la sedicesima domanda è arrivata al pettine della Meloni l’altro nodo delle prime pagine dei giornali da qualche giorno in qua:  l’affare Verdini-Anas, di cui si occupa la Procura di Roma. E la Meloni ha risposto negando che il vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini sia tenuto a riferire alle Camere dei suoi rapporti con la famiglia Verdini, della cui figlia è notoriamente il fidanzato. Gli affari di cui si occupa la magistratura risalgono ad anni in cui Salvini non era il ministro competente dell’Anas. E il figlio di Verdini, Tommaso, finito agli arresti domicilari come il padre, ha avuto come unica tessera di partito -ha ricordato la Meloni- quella del Pd. Che non per questo merita di essere chiamato in causa come le opposizioni pretendono ai danni di Salvini.

Ripreso da http://www.startmag.it

La banalità delle attese dalla conferenza stampa di Giorgia Meloni

         Pur “sull’orlo della guerra mondiale” avvertito non solo dall’Unità dopo l’attentato in Iran con 84 morti, più di 200 feriti e le reazioni antioccidentali di Teheran, o nel “caos globale” gridato dal Riformista di Matteo Renzi, sono tutti lì sulle prime pagine dei giornali e altrove ad aspettare Giorgia Meloni alla odierna conferenza stampa di ex fine anno su altri temi.  

         In particolare, la premier- immaginata su ItaliaOggi con la scopa chiesta in prestito alla Befana- è attesa “sul ring con la testa di Pozzolo”, come ha titolato il manifesto evocando la punizione del deputato piemomtese della destra che a un veglione di Capodanno, organizzato dal collega di partito e sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, si è presentato esibendo una pistola. E finendo indagato per lesioni gravi al genero di un agente della scorta dello stesso Delmastro. Che contesta l’ipotesi di essersi ferito da solo, raccogliendo il revolver caduto a terra e lasciandosi quindi sfuggire un colpo. Esso sarebbe stato sparato, secondo alcune testimonianze, dallo stesso parlamentare.

         Mentre scrivo non si sa se, oltre al porto d’armi ritiratogli dalla Prefettura di Biella e alle sei pistole sequestrategli dall’autorità giudiziaria, Emanuele Pozzolo perderà anche la tessera del partito, come anticipato da Repubblica. O se la Meloni si limiterà a farlo sospendere in attesa degli sviluppi delle indagini per lesioni aggravate cui egli è stato sottoposto dalla magistratura pur nella “ordinaria banalità di un politico pistolero”, come l’ha definita Filippo Facci sul Giornale. Dove probabilmente si sono consolati col ferimento lieve e i dieci giorni di prognosi della vittima. Un ferimento peraltro da cui lo stesso Pozzolo, pur dichiarandosi non responsabile, secondo una testimonianza avrebbe subito ammesso che ne sarebbe uscito “rovinato”.

         La sorte di questo “banale pistolero”, per tornare al titolo del Giornale, è prevalsa nelle attese della conferenza stampa della premier non solo sull’aggravamento della crisi in Medio Oriente ma anche sul tema dei rapporti dell’Italia con l’Unione Europea riproposto questa mattina sul Corriere della Sera dal senatore a vita Mario Monti. Che ha condiviso le riserve appena espresse dal presidente della Repubblica su una norma pur promulgata in tema di concorrenza a proposito dei venditi ambulanti, analoga a un’altra sui balneari.

         Monti ha definito “un cartellino giallo” l’intervento del capo dello Stato sulla premier e sui presidenti delle Camere, che invece Domani, il giornale di Carlo De Benedetti, ha trovato “un debole segnale” lanciato contro il “bluff del governo” sulla concorrenza reclamata dall’Unione Europea in difesa dell’economia di mercato. Cui i governi italiani preferirebbero -ha scritto Monti- “il mercato del voto”. Che -ha spiegato ancora l’ex presidente del Consiglio- tenendo artificialmente bassi i canoni compra il consenso dei concessionari e impoverisce l’ente che amministra”. Tutto ciò a spese del “cittadino qualunque”.

Ripreso da http://www.policymakermag.it

Blog su WordPress.com.

Su ↑